Cancellare la paura?

Lo studio sulla neurostimolazione per "spegnere" la memoria dei traumi e disinnescare l'ansia. Che però è troppo complessa per avere un semplice interruttore

Cancellare la paura?
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La fanno facile. «Identificata area cerebrale che inibisce paura e ansia» titolava ieri un'agenzia di stampa internazionale. Poi ancora: «Torino, stimolazione magnetica per ansia» titolava un'agenzia italiana che citava «una nuova ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica eLite». Siccome un «prestigiosa» non si nega a nessuno, dev'essere la nostra ignoranza a farci ricordare per esempio «Scientific american», «Science», «Frontiers in Neuroscience», «Monde» e poche altre riviste: ora conosciamo anche ELite. Interessante, comunque: una lettura superficiale suggerirebbe una sorta di interruttore per la patologia del nuovo millennio (l'ansia, assieme alla depressione) che basterebbe spegnere o accendere in un'area cerebrale ora appunto identificata: ecco una possibile soluzione alle imposizioni di una società dagli standard sempre più veloci, sempre alla ricerca di nuovi traguardi e obiettivi. Sarà così? No, ovviamente. Siamo troppo ignoranti, dunque ripassiamo: l'ansia esiste ufficialmente più o meno dalla fine dell'Ottocento (solito Freud) e i primi farmaci tranquillanti fecero capolino dopo la Seconda guerra mondiale per via dei danni psicologici che ne derivarono sulle masse; oggi per ansia si intende una complessità di emozioni (paura, apprensione, palpitazioni, respiro corto, somatizzazioni varie) e in altre lingue la chiamano anche angoscia o fobie diversificate, panico, i famosi disturbi «ossessivo compulsivo» o «post traumatico da stress».

Ma leggiamo: «I ricercatori hanno applicato una sessione di Stimolazione Magnetica Transcranica focalizzata sulla corteccia prefrontale anteriore una settimana dopo che i partecipanti avevano appreso la valenza avversiva di uno stimolo». È una «vecchia» Tms, appunto una Stimolazione Magnetica Transcranica che viene usata da molti anni per esempio per ripristinare le aree cerebrali alterate dall'utilizzo ripetuto di cocaina e per molti altro, forse troppo. Funziona, ha funzionato? Sì e no, come ogni cura, e a seconda che ci si imbatta in un medico serio o in un ciarlatano. Ma qui, invece, la cosa si fa seria: «In questo studio, per la prima volta, la Tms è stata applicata alla parte mediale della corteccia prefrontale anteriore, un'area presente quasi esclusivamente nella specie umana e nei primati non-umani». In molte famiglie di scimmie, ossia. «Quando, dopo la neurostimolazione, veniva ripresentato ai partecipanti lo stimolo minaccioso, il gruppo stimolato mostrava risposte nettamente inferiori rispetto al gruppo di controllo sottoposto ad una stimolazione placebo». Qui per capirne davvero toccherebbe comprare la rivista, perché le risposte «nettamente inferiori» non vengono quantificate (l'intervallo percentuale è tutto, nelle ricerche statistiche) e comunque fa niente, è interessante lo stesso: «L'attenuazione delle risposte emotive persisteva in modo duraturo anche nel lungo termine, senza più dover ricorrere alla neurostimolazione».

Pur ricordando l'evento traumatizzante, insomma, i partecipanti non hanno avuto danni alla corteccia prefrontale del caso. Bene. E a questo punto chiederebbero molti soggetti ansiosi, eternamente indecisi tra il medicalizzare ogni stato d'animo o rassegnarsi all'ansia esistenziale come condizione anche normale della vita: e quindi? E quindi, anzitutto, diamo merito a una scienza medica che procede per piccoli passi (soprattutto quando seria) e quindi ai ricercatori del caso, che si chiamano Eugenio Manassero, Benedetto Sacchetti e Raffaella Ricci, tutti dell'Università di Torino.

I quali dicono così: «Questa ricerca mette in luce un nuovo strumento che potrebbe in futuro affiancarsi in modo complementare e sinergico ad altre strategie terapeutiche per aiutare tutte le persone che soffrono di un disturbo d'ansia». Complementare. Sinergico. Altre strategie. La scienza medica procede per piccoli passi. Anche molto piccoli. Senza troppa ansia.

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