Quirinale

"Rifondare il centrodestra da capo". Ora la Meloni va all'attacco

L'accordo sul voto a Sergio Mattarella ha creato parecchi malumori nel centrodestra: Fdi è delusa per il risultato finale dell'elezione del presidente della Repubblica

"Rifondare il centrodestra da capo". Ora la Meloni va all'attacco

L'accordo per la rielezione di Sergio Mattarella raggiunto anche dagli alleati di centrodestra ha causato uno strappo con Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni non ha usato mezze parole per esprimere il suo dissenso nei confronti di questa decisione, soprattutto verso i partiti del centrodestra. "Nell'ultima riunione del centrodestra che abbiamo fatto, l'unica cosa su cui eravamo tutti d'accordo era il no alla riconferma di Mattarella. Invece oggi scopro che le posizioni sono cambiate. Gli italiani giudicheranno, io non ho da giudicare nessuno. Posso rimanere delusa ma non do giudizi", ha detto la leader di Fratelli d'Italia uscendo da Montecitorio.

Giorgia Meloni ha confermato la scelta del suo partito di continuare nella votazione di Carlo Nordio e di non unirsi alla votazione di Sergio Mattarella. "Mi aspettavo un atteggiamento diverso da molte persone e che il centrodestra avesse molto più coraggio e convinzione nel fare una cosa che era alla portata: battersi con dignità, a viso aperto, con orgoglio per eleggere un Presidente distonico rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni", ha detto ancora la leader di FdI. Poi ha aggiunto: "Non era un obiettivo scontato, bisognava crederci. I margini c'erano. Questa cosa mi fa impazzire, mi fa impazzire che si sia rinunciato prima di tentare davvero. Mi dispiace ma noi di FdI abbiamo fatto di tutto".

Quindi Meloni ha sferrato l'attacco finale: "Io lavoro per dare rappresentanza a quelle decine di milioni di persone ma credo che bisogna ricominciare da capo e ricostruire un centrodestra. Quello che è accaduto in questi giorni avvilisce non solo me. L'esito di oggi mi pare che sia tutto come prima, cioè nulla deve cambiare per la paura dei parlamentari. E io invece credo che in questa nazione debbano cambiare molte cose". La leader di Fratelli d'Italia ha anche ribadito il suo no alla modifica della legge elettorale verso un sistema proporzionale che, secondo lei, "porterà al pantano".

Fuori da Montecitorio dopo il voto all'ottavo scrutinio, Matteo Salvini ha fatto il punto anche sulla coalizione: "La Lega farà una proposta per il rilanciare il centrodestra". Matteo Salvini è certo che la coalizione sarà compatta nel 2023 per il rinnovo del parlamento "ma bisogna capire chi è nel centrodestra". Quindi ha aggiunto: "Se c'è qualcuno che nel centrodestra non si sente a suo agio il mondo è grande, se qualcuno vive di nostalgia, pensa ai minestroni, 'proporzionaloni' e frittatoni, torna indietro di 40 anni non lo fa con noi".

Alla domanda diretta sulle parole della leader di Fratelli d'Italia, Salvini ha risposto: "Giorgia Meloni dice che il centrodestra non esiste? È un'amica, e non commento le parole dgli amici". Ma ai microfoni di La7, Salvini ha aggiunto: "Meloni ha detto di no a Draghi oggi dice no a Mattarella: una scelta legittima. Ma mentre noi siamo stati compatti, altri sono andati in ordine sparso: vuol dire che una riflessione sull'alleanza andrà fatta. Io preferisco il gioco di squadra e non battitore libero. Se qualcuno si sente di sinistra dovremmo riflettere".

Invece, sull'ipotesi paventata da Giorgia Meloni che ora si possa discutere la legge elettorale, Salvini ha tagliato corto: "Sicuramente la priorità della Lega e degli italiani non è una legge elettorale proporzionale. Se nel giorno dell'elezione di Mattarella un nostro alleato di governo importante parla di passare mesi in Parlamento a cambiare la legge elettorale, abbiamo delle priorità diverse e dei punti di vista diversi".

Massima diplomazia da parte di Antonio Tajani: "Il centrodestra non è un partito unico, ma una coalizione e ci sono momenti in cui i diversi partiti agiscono ciascuno per proprio conto, siamo già al governo in modo diverso". Intervistata su quanto dichiarato da Giorgia Meloni, Licia Ronzulli ha preferito non rispondere: "Credo che oggi non sia la giornata delle polemiche, è una bellissima giornata, una grande giornata, perché abbiamo dato all'Italia un presidente della Repubblica".

Il sindaco di Venezia e presidente di Coraggio Italia, Luigi Brugnaro, invita a serrare i ranghi della coalizione: "Si vince e si perde tutti insieme, io sono abituato così". È soddisfatto della scelta di Sergio Mattarella per il bis e sul centrodestra aggiunge: "Il nostro auspicio è dar vita a un'area unica di centro fortemente ancorata al centrodestra e con una propria autonomia, non so quale sarà il futuro, lo scopriremo poi... So solo che dobbiamo rappresentare l'area del non voto. Intanto, continueremo a sostenere lealmente il governo Draghi".

Luigi Brugnaro ha preso le distanze, di fatto, dall'iniziativa promossa da FI e gli altri centristi della coalizione (Udc-Noi per l'Italia e i 'totianì di Cambiamo) che ieri sera hanno annunciato "mani libere" per la trattativa sul Colle. Il sindaco di Venezia, infatti, non era presente al lungo vertice con Tajani, Cesa, Toti e Lupi per coordinarsi sul Quirinale: "Non c'ero a questa riunione, non c'entro nulla con questa iniziativa, non sono certo il tipo che dà deleghe a qualcuno".

Sugli altri alleati di centrodestra ha aggiunto: "Ho un buon rapporto con Salvini e Meloni, ho avuto modo di conoscerli meglio in questi giorni, mi hanno anche ascoltato. Coraggio Italia ha una sua identità, forse non abbiamo ancora la credibilità politica necessaria. Comunque, andremo con il nostro simbolo alle amministrative e anche alle politiche. Siamo aperti a tutti, ma non faccio marmellate con nessuno...".

Da Andrea Ruggieri di Forza Italia è arrivato l'attacco a Matteo Salvini: "Il centrodestra ne esce oggettivamente male. Ha avuto un approccio elettorale a una contesa che elettorale non è. L'errore originario è stato quello di ingenerare aspettative su un presidente della Repubblica di centrodestra. L'errore d'Aula poi è stato il ritiro prematuro, poco tempistico e inspiegabile, di Silvio Berlusconi. O non cominciava la traiettoria o doveva portarla più avanti". L'azzurro ha poi aggiunto: "Il terzo errore è la gestione caotica di tutto questo che ha la regia di Matteo Salvini.

Merita rispetto, ma in questa settimana è stato ondivago, caotico e ha sbagliato paradigma".

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