I pm preparano l'offensiva? Conte trema per la poltrona

L'aver troppo a lungo temporeggiato dopo le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico, che il 3 marzo chiedeva di chiudere Alzano e Nembro, mette nei guai il presidente del Consiglio, il quale dichiara di aver letto i documenti solo il 5 marzo

I pm preparano l'offensiva? Conte trema per la poltrona

Si fa sempre più precaria la posizione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ora inchiodato dai verbali del Comitato tecnico scientifico resi pubblici solo dopo numerosi ricorsi e la sentenza definitiva del Tar, che invece chiedeva la desecretazione.

Dopo aver a lungo spergiurato di aver agito in piena trasparenza e condivisione, specie col Parlamento, adesso il premier viene smentito dalle carte, tenute riservate fino all'ultimo. Il sedicente avvocato del popolo, tuttavia, non rischia solo di perdere la fiducia degli italiani, ma di finire nel mirino della magistratura per quanto si legge nei verbali pubblicati sino ad ora.

Dai documenti, infatti, emerge un pericoloso attendismo da parte del governo. Nessuna decisione presa in linea con quanto consigliato dal Cts, che, come si è scoperto, aveva richiesto la chiusura dei comuni di Alzano e Nembro in un verbale datato 3 marzo. Allora, infatti, Conte decise di fare di testa propria. Si attendeva solo l'istituzione dell'area zona rossa, con l'esercito pronto ad intervenire, eppure l'ordine non arrivò.

Passarono giorni, con rinvii e decisioni, fino alla chiusura totale della Lombardia e di altre 14 provincie (era l'8 marzo 2020). Il giorno dopo, il 9 marzo, il lockdown venne esteso a tutta l'Italia, mentre il Cts aveva raccomandato solo una chiusura per zone. A causa di ciò, l'economia del Paese iniziò a riportare seri danni.

A quanto pare, come riportato dal "Messaggero", per tutto il tempo il premier agì assumendosi "sempre la responsabilità politica delle proprie decisioni". Ora non può più dunque giustificare le proprie scelte parlando di decisioni prese in seguito alle raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico da lui tanto voluto, la sua difesa fa acqua da tutte le parti.

Dopo aver cercato di ritardare la pubblicazione dei verbali del Cts appellandosi anche all'Avvocatura dello Stato, forse perché consapevole di quanto sarebbe accaduto successivamente, Conte cerca ancora di difendersi, raccontando di aver letto il verbale soltanto il 5 marzo (ai pm aveva invece dichiarato "Quel documento io non l’ho mai visto"), ovvero 2 giorni dopo l'invio del documento da parte del Comitato.

Con la propria maggioranza già appesa ad un filo ed oggi più che mai in sobbuglio, il presidente del Consiglio cerca in ogni modo di mantenere l'ordine, chiedendo che non vengano fatti "giochini" sui verbali del Cts. Ormai, però, è tardi. Gli italiani meritano delle risposte.

Chi fu a fermare le forze dell'ordine, già pronte per chiudere Alzano e Nembro? Come è possibile che il premier non abbia letto il verbale del 3 marzo? A chi vanno imputati tutti i giorni di ritardo trascorsi mentre il virus continuava a diffondersi?

Lo scorso giugno Giuseppe Conte era stato già ascoltato come persona informata dei fatti dalla pm di Bergamo, Maria Cristina Rota, proprio in merito alla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana. Adesso i magistrati potrebbero tornare alla carica.

Mentre Italia Viva chiede una commissione d'inchiesta, il Partito democratico tentenna e da parte dei CinqueStelle arriva una debole difesa. "La politica ha il diritto e il dovere di fare scelte, motivandole, dopo aver sentito i tecnici e non adeguandosi ai loro pareri", ha infatti commentato Stefano Buffagni, sottosegretario del M5S, come riportato dal "Messaggero".

In seguito al caso sono naturalmente insorte le opposizioni, che da tempo criticano l'atteggiamento tenuto dal premier durante il periodo di emergenza sanitaria. Durissimo l'attacco di Antonio Tajani (Forza Italia): "Per mesi ha fatto credere a milioni di italiani che contro il Covid si muoveva sulla base delle indicazioni degli scienziati. Indicazioni tenute segrete", ha dichiarato, come riferito da "Agi". "Il punto è chiaro: il governo ha perso la sua credibilità. Ora emerge invece che ha attuato scelte politiche.

La prima cosa che viene in mente di fronte a un comportamento simile è che le scelte degli scienziati siano state tenute segrete perché così era più facile tenere in piedi il governo e allargarne i poteri. Ma scelte di questo genere non sono da paese Occidentale, fanno pensare a un clima venezuelano".

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