Quel cartello sessista di Magi contro la premier

Parlano da intolleranti, agiscono da intolleranti, insultano come degli intolleranti. Poi se li chiami intolleranti si offendono

Quel cartello sessista di Magi contro la premier
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Ma quanto sono buoni quelli che volevano il Ddl Zan?

Non c'entra niente, ma ci è venuto in mente ieri quando, dopo aver letto il risultato del sondaggio BiDiMedia sulle tematiche Lgbtq+ («Cosa è per te il Pride?»; risposta del 42 per cento degli italiani: «Una carnevalata»), abbiamo visto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, prima sbandierare sul suo carro del Gay Pride il cartello «Meloni amica dei Dick-tators», dove «dick» sta per «cazzo»: una battuta maschilista da locale per bikers gay anni Ottanta, quelli dove ha iniziato a fare politica Magi; e poi, infastidito dalle critiche ricevute per la sua performance omo-ironica, ha scritto un lungo post che inneggia al free speech e alla libertà di parola.

Per chi avesse dubbi, loro - quelli che sabato hanno mandato un personalissimo messaggio d'amore dal Gay Pride a Trump, Musk, la Rowling e Netanyahu, raffigurandoli appesi a testa in giù - sono gli hater «buoni»...

Riccardo Magi. Un radicale che si batte per i diritti civili per perdonarsi di avallare pensieri fascisti. Comunque, tutto sommato - fra il lenzuolo da fantasma sfoggiato nell'aula della Camera e i giochini di parole da maschietto patriarcale - sinceramente riteniamo che per fare una opposizione del genere alla Meloni essere idioti non è indispensabile. Ma un po' aiuta.

Parlano da intolleranti, agiscono da intolleranti, insultano come degli intolleranti. Poi se li chiami intolleranti si offendono. Quanto gli piace fare le vittime. La politica come un travestimento continuo. Dick-attori.

Riccardo Magi - uno che come fa fallire lui i referendum, nessuno rappresenta perfettamente la sinistra che pretende per sé ciò che nega agli altri. Non sappiamo se è più una contraddizione logica o una disonestà intellettuale, ma non si è reso conto, dal suo carro del Gay Pride grondante sudore e intolleranza, che ha potuto fare gratuite ironie sessiste (e grazie a dio che lo si possa fare, aggiungiamo noi, che siamo per la libertà di parola totale) proprio perché non è stato approvato quel Ddl Zan per cui lui si è tanto battuto.

Con un cartello del genere dedicato alla Meloni che ama i «dicktators» - sarebbe stato accusato di discriminazione per motivi fondati sul sesso e l'orientamento sessuale. Ma lui e Zan alla doppia morale sono ass-uefatti.

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