Casarini spiato? Sì, dal governo Conte

Stanato l'ex premier: nel 2019 gli 007 intercettarono il capo della Ong Mediterranea

Casarini spiato? Sì, dal governo Conte
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Chi spiava le Ong pro migranti? Giuseppe Conte. Contrordine, compagni: il leader grillino che tuona contro il governo nemico dei migranti e amico dei carnefici libici come Almasri si ritrova nella lista dei cattivi stilata dal «suo» Fatto quotidiano: è stato lui dal 2019 da premier del governo giallo-verde con la Lega di Matteo Salvini ad aver chiesto ai servizi segreti - su cui aveva la delega, come anche con il successivo tragicomico esecutivo col Pd segnato dalla pandemia e dalle mascherine farlocche - di spiare Luca Casarini e i capomissione di Mediterranea, «non si sa con quale trojan in uso agli 007», scrive il quotidiano di Marco Travaglio.

Si tratta di intercettazioni preventive legali autorizzate del Pg della Corte di appello di Roma, per «ragioni di sicurezza nazionale». Le stesse che il sottosegretario con delega ai Servizi Alfredo Mantovano ha probabilmente ereditato, sempre nei confronti degli attivisti di Mediterranea Beppe Caccia, David Yambio e del cappellano di bordo di Mediterranea amico di Papa Francesco don Mattia Ferrari, oltre che allo stesso Casarini. È solo il 31 gennaio scorso che Meta e gli esperti di Citizen Lab gli trovano il potentissimo trojan zeroclick Graphite, nel 2019 non c'era ancora lo spyware militare prodotto dall'israeliana Paragon Solutions usato (da chi non si sa) per spiare anche il giornalisti di Fanpage.it Ciro Pellegrino e il direttore Francesco Cancellato.

Ma perché l'Ong nata nel 2018 era nel mirino dell'intelligence? C'entra il salvataggio in mare e le leggi che le navi hanno aggirato? C'entrano le mire di Conte sulla Libia? Prima che scoppiasse il Covid, nel gennaio 2020 l'allora premier grillino aveva provato a dare le carte sul conflitto scoppiato mesi prima per il controllo di Tripoli. In un blitz per provare riportare a casa i marinai italiani sequestrati dai libici, con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio erano sbarcati vicino Bengasi nel rifugio del generale Khalifa Haftar (vicino a Vladimir Putin), uno spot per le sue ambizioni.

La pace tra Haftar e il premier Fayez al Serraj, protetto dalla Turchia e legittimato dall'Onu doveva essere suggellata a Roma. L'Aise aveva organizzato il meeting: Haftar andò per primo e rimase tre ore a Roma, Serraj allora annullò l'incontro, indispettito perché chiamato dopo il rivale. Un'imbarazzante fallimento diplomatico a tutto vantaggio di Ankara e di Recep Tayyip Erdogan, pronto a spartirsi la Libia con Mosca. Haftar sta cercando di riprendersi Tripoli e muove a distanza i ribelli che chiedono le dimissioni del premier Abdul Dbeibeh, nella guerra civile a lasciarci le penne è stato il capo della milizia Stability support apparatus Abdel Al Kikli, ucciso lunedì scorso, il prossimo potrebbe essere Almasri.

Allora come oggi, l'attivismo della Ong Mediterranea Saving Humans, impegnata nel salvataggio in mare di migranti tra Italia, Libia e Tunisia con le navi Mare Jonio, Sea-Watch e Open Arms, contro le regole dettate dal Viminale col decreto Sicurezza del 14 giugno 2019 era evidentemente un'interferenza con le strategie del nostro esecutivo, preoccupato dell'ondata migratoria anche dopo la rottura con il leghista dopo la piazzata agostana del Papeete. Eppure oggi per la stessa Ong è sempre Salvini il «cattivo», non certo Conte: «Il 2019 è stato l'anno dei porti chiusi, del tentativo di bloccare con decreti e navi militari la nostra Mare Jonio con a bordo donne, uomini e bambini soccorsi in mare», replica la Ong. Conte non c'entra, certo. «Il ministro dell'Interno era Salvini - sottolineano - il suo capo di gabinetto era Matteo Piantedosi», oggi al Viminale.

Casarini verrà spiato e indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina da almeno due Procure, come ha anticipato il Giornale, idem i suoi sodali. Ragusa gli contesta il trasbordo sulla Mare Jonio di 27 migranti salvati dal mercantile danese Maersk Etienne, il processo è in corso. Sul perché Conte non si sbottona, resta anche il mistero su chi abbia intercettato (e perché) i due giornalisti di Fanpage. Sulla vicenda ci sono cinque procure coordinate dalla Dna al lavoro, chissà che non salti fuori qualche altro scheletro.

La sintesi migliore è del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Il Conte premier con delega ai Servizi tace, la trasparenza conta fino a un certo punto, i grillini abbaiano: che patetico caso umano». «Vorrei incontrare Conte, parlarci. Credo che il punto non sia aver usato i servizi per spiare me, ma il perché, se gliel'ha chiesto Salvini», dice Casarini in serata.

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