
"Checco" ha vinto. Il pupillo di Meloni e Lollobrigida centra il bis nelle Marche e conquista un posto d'onore (a vita) ai vertici del partito. Missione compiuta. Pericolo scampato. In via della Scrofa tirano un sospiro di sollievo. Forse quella nelle Marche è stata, da quando Meloni è a Palazzo Chigi, la vittoria più sofferta. Tant'è che la premier è stata tentata (fino all'ultimo) di fare una sorpresa al comitato di "Checco" per un abbraccio. Poi ha spedito la sorella Arianna. Giovanni Donzelli si gode il pericolo scampato: "Hanno detto che era la grande sfida, l'Ohio d'Italia, ora che hanno perso diranno che era una piccola vicenda locale" - commenta a La7. Francesco Acquaroli si aggiudica la sfida contro il dem Matteo Ricci con un secco 52 a 44 e manda all'aria la spallata di Elly Schlein. Ricci ha giocato tutte le carte, anche quella (disperata) di spostare l'attenzione su Gaza. Acquaroli è il prodotto, forse il più riuscito, della generazione Atreju. A 51 anni compiuti si prepara a guidare per i prossimi cinque anni la Regione Marche, da sempre un tempio della sinistra. Sposato da 12 anni con la maceratese Lucia Appignanesi e papà di due bambini. Super tifoso dell'Inter, quando può scappa a Milano per seguire la squadra.
Timido, tutto casa e Regione. Acquaroli è laureato in Economia, oltre la politica, gestisce un'azienda agricola di famiglia. Mare e sci sono le sue due passioni. Il riconfermato presidente delle Marche è cresciuto a pane e politica. Le tappe le ha fatte tutte. Rispettando lo schema meloniano. Senza mai "mollare" la Meloni e Lollobrigida. Inizia l'avventura politica come consigliere comunale a Potenza Picena. Poi della cittadina ne diventa sindaco. Muove i primi passi nel Movimento Sociale Italiano, per poi aderire ad Alleanza Nazionale. Nel 2012 aderisce a Fratelli d'Italia. Nel 2014 si ripresenta a Potenza Picena, stavolta con successo: vince le elezioni comunali e diventa sindaco. Si dimette l'anno dopo per candidarsi per la prima volta alla presidenza della Regione Marche, sostenuto da Fratelli d'Italia e Lega. Arriva terzo, ma la sua ascesa continua, fino al grande "salto" in Parlamento: nel 2018, alle elezioni politiche, sbarca alla Camera con Fratelli d'Italia. Finisce subito sotto l'ala protettiva di Lollobrigida, braccio destro di Giorgia Meloni e uomo macchina del partito. Dopo due anni l'ordine: "Checco devi candidarti alla presidenza della Regione". I meloniano vogliono un under 50 della generazione Atreju. L'altra opzione sarebbe stata Guido Castelli. Acquaroli esegue e vince.
Diventa presidente della Regione. Le Marche si trasformano in laboratorio politico per Fdi. In epoca Covid le misure di Acquaroli diventano programma politico di Fdi per la sanità pubblica. L'effetto Acquaroli si sente. E anche le città, feudi rosse, cadono in mano meloniana. Le Marche diventano anche il buen retiro estivo delle truppe Fdi. Nel 2022 la tentazione di Meloni di chiamarlo al governo. Però il timore di lasciare la Regione a un "non meloniano" vince. "Checco" resta nelle Marche. Il filo diretto con Meloni e Lollobrigida è diretto. Grazie ad Acquaroli ad Atreju arriva come ospite Roberto Mancini, fresco di vittoria agli Europei con la Nazionale.
La sinistra lo accusa di essere un nostalgico per la sua partecipazione nel 2019 a una cena ad Acquasanta Terme, che celebrava la Marcia su Roma.
Alla cena erano presenti vari
esponenti di FdI: sul menù c'erano riferimenti al Duce e simboli associati al fascismo. Acquaroli si è difeso dichiarando che era passato solo per un saluto, poi ha preso le distanze dall'evento, giudicando il menù "ridicolo".