La prima telefonata arriva al 911, il numero delle emergenze, all'1,40 di notte. Una voce anonima racconta di una colluttazione all'interno di un palazzo fatiscente di una strada di Chinatown, a New York. I soccorritori arrivano in fretta all'indirizzo indicato e si trovano davanti un uomo con la testa spaccata e un altro agonizzante.
È l'inizio di una notte d'inferno nei bassifondi della città che non dorme mai. Le vittime sono due senzatetto, due disperati che avevano trovato rifugio in quell'androne in un quartiere in cui la disperazione prospera dietro le quinte del benessere. Gli investigatori trovano due testimoni, che raccontano di aver visto un giovane, vestito con giacca e pantaloni scuri, colpire ripetutamente i due homeless e dopo il massacro fuggire a piedi. Altri testimoni si aggiungono, ripetono le stesse cose, qualcuno assicura di aver visto un tizio con un tubo di acciaio scappare come uno dei milioni di ratti newyorkesi.
La notte è ancora lunga, però. E la sete di sangue dell'assassino dei senzatetto è gigantesca. Altri tre uomini finiscono ammazzati con la testa spaccata da quel tubo di acciaio. Tutti in quella zona della città, più o meno all'incrocio tra East Broadway e Bowery. Il bilancio alla fine è di quattro senzatetto ammazzati come animali al macello e un quinto molto grave in ospedale. Gli investigatori sperano che se la cavi, il suo racconto potrebbe essere fatidico per le indagini.
La caccia all'uomo è furibonda. Poco dopo, qualche strada più in là, viene fermato un ventiquattrenne, anche lui senza fissa dimora, sospettato di essere il serial killer di una notte. L'uomo non parla, è in custodia ma non ancora incriminato. In una conferenza stampa il capo della polizia di Manhattan Sud, Michael Baldassano, non dà spiegazioni razionali delle aggressioni: «Il motivo al momento sembra essere casuale, non sembra che l'assassino abbia preso di mira senzatetto particolari, per questioni di razza, età o di altro genere». La polizia teme che il conto dei morti possa essere più alto e sta setacciando il quartiere. In una foto del New York Post si vedono due corpi nascosti agli sguardi da un lenzuolo, uno dei due immerso in un lago rosso di sangue.
La Bowery è da sempre la strada della disperazione di New York, con una ricca letteratura in materia. Un'area peraltro molto amata dai turisti, che di giorno ne affollano i ristoranti, i negozi, le gallerie. Poi quando alcune delle mille luci di New York si spengono il quartiere diventa un dormitorio per chi non ha nulla.
Quella dei senzatetto è una piaga sempre più purulenta nella città che ama sentirsi il centro del mondo. La popolazione degli homeless è cresciuta negli ultimi anni soprattutto a causa della crisi immobiliare che ha reso quasi introvabili alloggi a prezzi accessibili.
Nel febbraio 2019 l'associazione Coalition for the homeless calcolava che ogni notte oltre 63mila persone cercava riparo nell'intera città e 4mila nella sola Bowery. Reietti che convivono con la privazione e con l'insicurezza.
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