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Chiusura per Ramadan. Il provveditore avverte: "Delibera da revocare". Il ministro minacciato

"Lungi da me volere fare polemiche", ha esordito ieri mattina il ministro Valditara a margine dell'inaugurazione di "Didacta", la fiera sull'innovazione scolastica in corso a Firenze

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«Lungi da me volere fare polemiche», ha esordito ieri mattina il ministro Valditara a margine dell'inaugurazione di »Didacta», la fiera sull'innovazione scolastica in corso a Firenze. Le polemiche riguardano l'ormai arcinota vicenda della scuola Iqbal Masiq di Pioltello in Lombardia, dove il preside ha deciso di sospendere le lezioni per la giornata di fine Ramadan. La sua motivazione? Il 43% sono alunni stranieri, molti di famiglia islamica, molti assenti per quella festa. «Le scuole non possono creare nuove festività ma possono legittimamente derogare al calendario per motivi di carattere didattico», ha sottolineato il ministro ponendo una questione di «rispetto della legge» e passando la valutazione all'Ufficio scolastico regionale.

In buona sostanza, il preside poteva o non poteva chiudere la scuola? Ieri la risposta. L'accertamento ispettivo disposto dall'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, ha evidenziato, come spiegano dal ministero dell'Istruzione, «talune irregolarità» della delibera assunta dal Consiglio d'istituto. Il direttore generale dello stesso ufficio «ha pertanto invitato il dirigente scolastico, nella sua qualità di garante della legittimità dell'azione amministrativa della scuola, a valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell'annullamento in autotutela da parte dello stesso consiglio d'istituto, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni in materia».

Regole, quindi. Non polemica politica e relativi esagitati eccessi. «Ricevo quotidianamente minacce di morte, insulti - ha raccontato il ministro - Ma le minacce di morte non appartengono alla civiltà», e ha invitato «a smettere di insultare questo o quello, che sia il preside o il politico di turno». C'è poi un dato. «Ed è un dato particolarmente inquietante - ha aggiunto Valditara - Un dato su cui bisogna avviare una riflessione seria. Purtroppo nonostante gli sforzi notevoli, e ripeto, sforzi notevoli dei professori, il livello di competenze in italiano con risultati deboli L1 e L2 a Pioltello al termine della scuola media, è il 50,50 per cento mentre la media lombarda è il 33%. Il livello di competenze deboli in matematica è il 45%, contro un 35,4% della media regionale. Invece le competenze di alto profilo sono il 49,6% in italiano e 66,7% la media lombarda, il 54% in matematica e il 64% invece la media lombarda». Insomma, ha ribadito il ministro, «su questo noi dobbiamo lavorare, cioè dobbiamo far sì che scuole così complesse abbiano la possibilità di garantire un futuro di eccellenza a tutti i giovani, che siano immigrati o che siano italiani, ma a tutti i giovani, perché purtroppo in scuole di questo tipo, molti ragazzi perdono circa un anno rispetto ai loro coetanei che studiano in altri istituti». «Dichiarazioni razziste» si sono scatenati dal Pd (Ouidad Bakkali). «Che tristezza e che pochezza» (la sindaca di Pioltello).

«I dati sull'Istituto Iqbal Masih devono far riflettere chi abbia a cuore la vera inclusione degli studenti stranieri - ha replicato tranquillamente Valditara - Non sono certo le politiche demagogiche rilanciate in questi giorni da una certa sinistra a garantire adeguate opportunità formative. E lascio stare gli insulti e le polemiche squallide nei miei confronti». Perché, ha aggiunto, «una politica seria di inclusione è contro le classi ghetto, a favore del rispetto rigoroso del limite del 30 per cento di studenti stranieri per classe, e per fornire nuovi percorsi didattici in grado di garantire un futuro di pieno inserimento e vera realizzazione formativa ai tanti giovani stranieri di prima generazione.

Alle chiacchiere e alla demagogia di certa sinistra dobbiamo contrapporre una politica seria di vera inclusione».

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