
Solo ventiquattrore prima il patron Sylvan Adams, 67enne tycoon israeliano-canadese (2,8 bilioni di dollari secondo Forbes), gran patron del team Israel PremierTech, che in questi giorni è impegnato sulle strade della Vuelta, aveva rilasciato un'intervista alla stampa nazionale ripresa da l'Equipe: "Non correremo mai senza il nome Israele". Ventiquattrore dopo la maglia israeliana è stata "ripulita", diciamo pure silenziata. "Se ci arrendiamo, non sarà solo la fine della nostra squadra, ma di tutte le altre. Domani (ieri, ndr) manifesteranno contro le squadre del Bahrain, degli Emirati Arabi Uniti e dell'Astana. I boicottaggi sono infiniti", aveva aggiunto, ma a nulla è servito. La politica della distensione si spera - ha prevalso, dopo una lunga e delicata interlocuzione tra gli organizzatori, l'Uci (il governo mondiale del ciclismo) e il sindacato dei corridori.
Ieri la Israel Premier Tech ha corso la tappa (arrivo a Lagos de Somiedo) con una maglia priva della propria identità. Non prima, però, di aver reso nota la ragione di questa marcia indietro: "Nell'interesse di dare priorità alla sicurezza dei nostri corridori e di tutto il gruppo si legge in una nota del team - Il nome della squadra rimane Israel Premier Tech, ma il kit con monogramma ora si allinea con le decisioni di branding che abbiamo adottato in precedenza per i nostri veicoli e abbigliamento da riposo".
È da inizio stagione che il team israeliano corre per il mondo con i Motorhome privi della scritta Israel, così come le ammiraglie e tutti i mezzi del team. Il logo, fino a ieri, era rimasto solo e soltanto sulle maglie. Ora si è arrivati ad una cesura per la sicurezza di tutto il gruppo, dove alcuni corridori avevano anche chiesto l'allontanamento del team preso di mira dai manifestanti pro-Pal. Vuelta inquieta, quella di quest'anno, che si concluderà a Madrid il 14 settembre prossimo.
Prima la protesta pro Gaza che ha di fatto bloccato e poi neutralizzato l'11esima tappa a tre chilometri dal traguardo, fissato a Bilbao, nel cuore dei Paesi Baschi (ieri si è saputo che dietro alle sommosse basche c'erano anche alcuni esponenti dell'Eta). Poi la decisione di blindare l'arrivo di tappa ai tifosi per garantire sicurezza ai corridori, prima di "ripulire" e togliere l'identità di una squadra, ammainando di fatto una maglia.