Un comitato etico nazionale e cure palliative garantite ovunque

Si pensa a un organismo che abbia voce in capitolo sui casi controversi e sui trattamenti anti dolore

Un comitato etico nazionale e cure palliative garantite ovunque
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Dare attuazione al pronunciamento della Corte costituzionale e definire nel dettaglio i requisiti per la non punibilità dell'aiuto al suicidio medicalmente assistito è una necessità non più rinviabile. Così dopo lo stallo registrato nei mesi scorsi il governo accelera sul fronte del fine vita. In una riunione convocata a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni per discutere del tema, si entra nel dettaglio dei contenuti del ddl da presentare in Senato ed emerge l'ipotesi di procedere alla nomina di un comitato etico nazionale, i cui componenti verrebbero indicati attraverso un Dpcm. Un organismo che - da quanto filtra - avrebbe voce in capitolo sul coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale (Ssn) sui casi di fine vita così come sarebbe incaricato di lavorare sulla necessità di garantire le cure palliative in tutto il territorio nazionale.

Starà adesso alla maggioranza in Parlamento tradurre le ipotesi di lavoro in un testo base da esaminare nelle commissioni Giustizia e Affari sociali di palazzo Madama. Il comitato ristretto, come annunciato dal presidente della decima commissione del Senato, Francesco Zaffini (FdI), si riunirà martedì prossimo, mentre il provvedimento è atteso in Aula il 17 luglio. Quella emersa dal vertice di maggioranza, conferma Zaffini, è una «pista da percorrere data al massimo livello a palazzo Chigi e su quella lavoreremo per arrivare in Aula con un testo massimamente condiviso».

«Non esiste il diritto al suicidio e noi siamo per le cure palliative», sottolinea Antonio Tajani «andremo avanti con la proposta unitaria del centrodestra, stanno lavorando gli uffici per affinare le cose». La linea della maggioranza suscita però subito la reazione di Pd e Cinquestelle. «Oggi scopriamo che su un tema che dovrebbe essere lasciato alla libertà di coscienza dei parlamentari vuole mettere le mani il governo: grazie ad un accordo di maggioranza arriverebbe in Senato un testo blindato che non sarà modificato - attacca il presidente dei senatori dem Francesco Boccia -. Siamo di fronte a una scelta intollerabile, in una logica da Stato apostolico che promuove addirittura un Comitato etico nazionale. Questa destra ha in mente una sorta di regime teocratico: prima l'idea del premierato, ora la verità spirituale di maggioranza. Ma dove siamo arrivati?». Sulla stessa linea anche il capogruppo Cinquestelle Stefano Patuanelli: «Troviamo regole comuni per intervenire perché sentirsele imporre dal governo è inaccettabile. Faremo una battaglia parlamentare perché non possiamo subire nuovamente l'umiliazione del potere esecutivo».

È chiaro che la questione del coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, come osservano fonti di maggioranza, chiama in causa questioni complesse come l'obiezione di coscienza e la necessità di evitare il cosiddetto «business della morte».

Altro aspetto su cui legiferare riguarda le cure palliative che dovrebbero essere la precondizione per ogni scelta del paziente, come la stessa Corte aveva indicato. Il problema è che in Italia le cure palliative non sono disponibili ovunque, per cui il primo passo dovrebbe essere quello di garantirle per tutti, in un lavoro di raccordo tra Stato e Regioni.

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