Ogni momento è buono per cercare di mettere le mani nelle tasche dei cittadini introducendo una nuova patrimoniale. L'ultima occasione è stato il voto sul Quadro finanziario pluriennale in plenaria all'Europarlamento a Strasburgo dove il gruppo The Left ha presentato un emendamento per introdurre una patrimoniale europea. La motivazione è un concentrato di populismo: «Ricorda che oltre un terzo degli europei limita regolarmente la quantità di cibo che consuma; rammenta che il patrimonio dei più ricchi del mondo, pari allo 0,5% della popolazione, è aumentato del 35% negli ultimi 10 anni; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a introdurre un'imposta patrimoniale europea, che potrebbe generare oltre 200 miliardi di Eur per le risorse proprie dell'Ue».
L'emendamento è stato bocciato nonostante vari eurodeputati del Pd abbiamo votato a favore dell'europatrimoniale come spiegano i leghisti Matteo Gazzini e Valentino Grant, componenti della commissione Budget: «Altro che sinistra moderna, moderata e riformista, oggi buona parte del Pd getta la maschera e vota a favore di un emendamento per richiedere la patrimoniale proposto dall'estrema sinistra Ue. Incredibile ma vero, numerosi europarlamentari di Pd e Verdi hanno dato voto favorevole all'emendamento 7 al Qfp presentato da The Left, che chiede di introdurre un'imposta patrimoniale europea».
La proposta di un'europatrimoniale torna ciclicamente d'attualità e già la scorsa estate se ne era parlato come uno strumento per finanziare il Green Deal.
Che sia in Italia o in Europa il vizio di intaccare il patrimonio non tramonta mai e, nonostante l'aumento del costo della vita e la crescita dell'inflazione, l'unica ricetta economica che la sinistra continua a proporre sembra essere quella di nuove tasse.
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