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Concessioni spiagge verso il rinvio al 2025. L'Europa non ci sta

Le commissioni Bilancio e Affarri costituzionali del senato hanno chiuso il dossier balneari all'interno del dl Milleproroghe.

Concessioni spiagge verso il rinvio al 2025. L'Europa non ci sta

Le commissioni Bilancio e Affarri costituzionali del senato hanno chiuso il dossier balneari all'interno del dl Milleproroghe. Dopo l'ok agli emendamenti dei relatori di maggioranza (che allungano di 5 mesi fino a luglio il tempo per la mappatura delle coste marittime, fluviali e lacuali) e di Forza Italia (che rinvia al 31 dicembre 2024 la scadenza delle concessioni), è stata approvata anche la proposta della Lega. Un comma stabilisce che il termine per la conclusione delle gare delle nuove concessioni, e dunque la validità di quelle in essere, potrà essere differito fino al 31 dicembre 2025 per permettere l'espletamento dei compiti del tavolo tecnico che verrà istituito presso la presidenza del Consiglio in materia di concessioni. Per lo stesso motivo, l'emendamento fa slittare al 31 dicembre 2025 anche il termine entro il quale il ministero delle Infrastrutture dovrà trasmettere alle Camere la relazione finale relativa alla conclusione delle procedure selettive sul territorio nazionale.

«Massima osservanza delle direttive europee ma nel rispetto degli interessi nazionali, che per l'Italia in questo settore sono fondamentali», hanno commentato i senatori leghisti Massimiliano Romeo e Gianmarco Centinaio sottolineando che «gli effetti distorsivi della direttiva Bolkestein devono essere risolti». Federbalneari Italia tramite il presidente Marco Maurelli ha espresso apprezzamento nei confronti della soluzione trovata dalla maggioranza «che ha ascoltato le richieste della categoria e accolto insieme al governo e al Parlamento le esigenze del settore balneare italiano».

Ma proprio da Bruxelles sono arrivate cattive notizie: il rinvio può costare caro in termini di procedura d'infrazione giacché l'iter per sanzionare il ritardo nell'applicazione della Bolkestein è già stato avviato. «Cogliamo l'occasione per ribadire che il diritto Ue richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori, promuovano l'innovazione e la concorrenza leale» e «proteggano dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche», ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue. Una prosopopea fomentata anche da parlamentari italiani con poco o punto amor patrio come il portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha annunciato l'invio di una lettera a Bruxelles per sollecitare la «punizione» scatenando l'indignazione di Assobalneari.

Il dl Milleproroghe ha avuto il via libera delle commissioni per l'Aula con una novità di rilievo.

Dopo una iniziale contrarietà, per la copertura, da parte del Tesoro guidato dal ministro Giorgetti, è stato approvato all'unanimità un emendamento che proroga al 30 giugno lo smart working nel privato per i lavoratori fragili e per quelli con figli sotto i 14 anni.

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