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La conferenza per spiegare l'obbligo: quando parla Draghi

Dopo le polemiche per non aver incontrato la stampa al termine del Cdm, il premier è pronto a parlare agli italiani: illustrerà il nuovo decreto e scioglierà i dubbi sull'obbligo vaccinale

La conferenza per spiegare l'obbligo: quando parla Draghi

Alla fine il premier Mario Draghi ha deciso di metterci la faccia, e così è pronto a illustrare agli italiani il nuovo decreto attraverso cui è stato introdotto l'obbligo di vaccinazione per gli over 50. Nei giorni scorsi è montata la polemica per la scelta di non tenere una conferenza stampa all'ultimo Consiglio dei ministri, con Speranza, Brunetta e Bianchi lasciati soli a rispondere alle domande dei giornalisti fuori da Palazzo Chigi. Ma a stretto giro il presidente del Consiglio, dopo ore di riflessione, parlerà al Paese per spiegare le novità previste.

La conferenza stampa

Come riportato dal Corriere della Sera, nella giornata di lunedì Draghi dovrebbe tenere una conferenza stampa. I partiti probabilmente si aspettavano una sua mossa politica per rompere il silenzio, ed ecco che a inizio della prossima settimana potrebbe arrivare. È ragionevole pensare che la riserva iniziale fosse dovuta alla spaccatura in maggioranza, con i partiti che si sono divisi sia sull'obbligo vaccinale sia sull'estensione del super green pass ai lavoratori. Il premier ha voluto evitare di uscire allo scoperto alla luce di un governo che potrebbe apparire più debole e frammentato.

La conferenza stampa per Draghi sarà soprattutto l'occasione per rispondere a interrogativi, dubbi e perplessità relative al nuovo decreto. Il punto su cui occorrerà fare chiarezza sarà in particolar modo quello delle sanzioni da comminare a chi deciderà di non sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid, ma si parlerà pure delle attività di controllo e delle modalità operative.

La linea di Draghi

Per il presidente del Consiglio è giunto il momento di snocciolare le nuove misure del decreto. Lo farà rivendicando il via libera all'unanimità ottenuto in Cdm e il risultato portato a casa. Un risultato che però è stato raggiunto non senza fatica: fonti vicine a Draghi lo hanno descritto né con un sentimento di rabbia né di irritazione, ma deluso per le solite dinamiche scattate tra partiti nonostante il momento delicato per l'Italia.

Confidava di non assistere al classico "balletto" tra forze politiche visto che, è il ragionamento che fanno le fonti, "quello che si cerca di fare è trovare soluzioni per contenere i rischi per la tenuta degli ospedali e non il compromesso politico". E invece i partiti non hanno perso occasione per rimarcare la loro linea arrivando ad alzare anche i toni, pur dimostrandosi poi disponibili alla mediazione.

I paletti sul governo

Comunque il contesto del governo si intreccia inevitabilmente alla partita per il Quirinale. La maggioranza vuole evitare di far approdare Draghi al Colle poiché a quel punto mancherebbe una guida autorevole in grado di tenere compatto un esecutivo così variegato. Ma è lo stesso premier a voler mettere le cose in chiaro: non intende restare a ogni costo, soprattutto se ci dovesse essere una spaccatura irreparabile.

Draghi è certamente disposto a restare alla guida del governo, ma a una condizione chiarissima: che la maggioranza sia larghissima e ben solida. Unico quesito per poter andare avanti e risolvere i problemi che attanagliano il Paese.

Se invece tutto si dovesse sgretolare in pochi giorni, specialmente in vicinanza della partita per il Quirinale, allora non resterebbe che prenderne atto.

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