Leggi il settimanale

"Consenso, legge già a gennaio". Scontro sull'onere della prova

Il rischio di interpretazioni fuorvianti scuote la maggioranza. Bongiorno: "Non si fa una norma in un'ora". Salvini: "Si rischiano le vendette". E la sinistra lo attacca

"Consenso, legge già a gennaio". Scontro sull'onere della prova
00:00 00:00

Non c'è troppo consenso sul "consenso". La modifica alla norma che dovrebbe far scattare il reato di violenza sessuale si presta a interpretazioni ambigue - tutte in carico al pm, costretto di fatto a "credere" a tutte le donne (lo dice il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia) - che rischiano di complicare le indagini anziché rappresentare un deterrente. "Quando si modifica l'elemento soggettivo del reato, come la consapevolezza del consenso o del dissenso, tocchi i nervi vitali del Codice penale", dice il Guardasigilli Carlo Nordio nel pomeriggio, chiarendo quali sono i dubbi della maggioranza espressi dal leader della Lega Matteo Salvini e suffragati dalla presidente della commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno, che dei suoi dubbi su una norma potenzialmente imperfetta ha parlato - per esempio il passaggio "quando il fatto è di minore gravità" - con lo stato maggiore leghista. "Lo vogliamo scrivere, o vogliamo lasciarlo determinare a qualsiasi giudice? Non ho mai fatto una legge così importante in un'ora", ricorda il legale di Salvini nel caso Open Arms, che promette: "Faremo solo due audizioni tecniche per gruppo, in commissione la legge sarà pronta a gennaio e a febbraio potrebbe già esserci l'approvazione in Senato". Ma per entrare in vigore dovrà tornare alla Camera.

Quando l'altro giorno la maggioranza ha chiesto un supplemento di riflessione sulla riscrittura dell'articolo 609-bis del Codice penale che grazie all'emendamento bipartisan di Michela Di Biase (Pd) e Maria Carolina Varchi (FdI) introduce il principio del "consenso libero e attuale" non c'era nessun complotto, nessun tradimento della stretta di mano tra la leader Pd Elly Schlein e il premier Giorgia Meloni, nessuna ritorsione per un risultato delle Regionali assolutamente scontato, ma solo questioni squisitamente giuridiche non certo di poco conto. Lo ha spiegato lo stesso Nordio: "Non puoi affidarti alla emotività di una elaborazione a-tecnica. Devi valutare virgola per virgola, proprio per evitare un domani delle interpretazioni eccentriche, come dice la Bongiorno che se ne intende più di me", visto che è l'autrice del Codice rosso anti violenza e anti stalking.

"Consenso significa con sentimento - spiega al Giornale l'avvocato Ivano Iai - in questo modo si riequilibrano le posizioni dell'uomo e della nonna, con la sessualità che nasce come esigenza di entrambi". Ma come si dimostra il consenso "attuale" in Tribunale? Se l'è chiesto anche il ministro della Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella, che di buon mattino a Ping Pong su RaiRadio1 assicura: "Non c'è nessuna retromarcia sul consenso ma il Senato ha la prerogativa di discutere un testo arrivato da Montecitorio sul rovesciamento dell'onere della prova", che fa infuriare anche l'ex presidente delle Camere penali Giandomenico Caiazza. Ma è ancora Roia a ricordare che "la donna è responsabile della denuncia ed è lei che deve dimostrare l'assenza di consenso". "Da anni la Cassazione richiede il consenso attuale", spiega l'ex procuratore di Tivoli Francesco Menditto, esperto in reati di genere.

"È un impianto semplice che risponde all'articolo 36 della Convenzione di Istanbul", ricorda la senatrice Pd Valeria Valente, che accusa Salvini di "patriarcato" per aver ipotizzato che, così come è scritta la norma, "il consenso preliminare è vago da lasciar spazio a vendette personali, da parte di donne e uomini, che intaserebbero i tribunali". "Da Salvini frasi raccapriccianti e sessisti", dice la Di Biase. "Così si banalizza la vittima", ribadisce Angelo Bonelli di Avs. Qualcuno nella maggioranza ricorda che l'approvazione della norma nel giorno che condanna la violenza contro le donne assieme alla stretta sui femminicidi (su cui ci sono altrettanti dubbi) sarebbe stato un assist al centrosinistra, tanto che lo stesso premier, ancora favorevole a un iter il più possibile accelerato, aveva chiesto a gran voce di "non fare propaganda" sul corpo delle donne.

"Di fronte a questo voltafaccia viene meno la fiducia nel governo, ma la Meloni li legge i testi?", accusa la renziana Maria Elena Boschi, ma "quando c'è la volontà politica le difficoltà si superano", sottolinea Mara Carfagna di Noi Moderati.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica