Coronavirus

Attenzione a questa soglia: fa scattare un altro lockdown

Spunta quel livello d'allarme che farebbe valutare il "dentro tutti". Intanto il governo valuta norme più severe da inserire nel prossimo Dpcm

Attenzione a questa soglia: fa scattare un altro lockdown

Una soglia che spaventa e che potrebbe far scattare un nuovo lockdown nel nostro Paese. Si tratta ovviamente di uno scenario che si vorrebbe evitare, ma la crescita esponenziale dei contagi non promette nulla di buono. Ecco perché il governo sta già studiando ulteriori restrizioni da inserire nel prossimo Dpcm che potrebbe essere partorito entro domenica. Se la salita della curva epidemiologica non dovesse fermarsi verranno adottate nuove misure più severe: l'intenzione è quella di procedere "in maniera graduale", tenendo aperte le scuole e le attività produttive. Si potrebbe invece decidere di provvedere alla chiusura delle attività "non essenziali" e al divieto di spostamento tra le Regioni. Dunque altre serrate progressive non sono affatto da escludere: tutto dipenderà dai numeri dei prossimi giorni.

Al momento da Palazzo Chigi confermano che il "dentro tutti" non rientra nella strategia per fronteggiare la seconda ondata del Coronavirus, anche perché la situazione non è paragonabile a quella di marzo. Ma comunque all'interno dell'esecutivo, riporta il Corriere della Sera, sarebbe stato fissato un limite ben preciso: le misure drastiche potrebbero scattare qualora ci fossero 2.300 persone in terapia intensiva. Una soglia confermata in prima persona da Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, che ai microfoni de L'Italia s'è desta su Radio Cusano Campus ha aggiunto: "Bisogna anche vedere come sono distribuite nel Paese le presenze in terapia intensiva. Potrebbe esserci una città nella quale il sistema si esaurisce ed altre in cui invece non si esaurisce. Se ci saranno delle aree sotto pressione lì sarà necessario fare delle misure più restrittive".

Sugli ospedali è rivolta la maggior parte delle preoccupazioni: se da una parte è vero che molte strutture sanitarie stanno reggendo, dall'altra è altrettanto evidente che molte sono in affanno. In alcune città i posti cominciano a scarseggiare. Il sistema rischia di collassare: rispetto alla scorsa primavera l'età media di chi presenta sintomi anche gravi si è abbassata. Occhio dunque al dato sulle terapie intensive: il 14 ottobre le persone ricoverate erano 539; oggi sono quasi raddoppiate e arrivano a 926.

In arrivo altre restrizioni

Tra oggi e domani arriverà il monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità: l'attesa è notevole in quanto verrà fornito un quadro complessivo aggiornato. L'obiettivo dichiarato è quello di rendere le misure omogenee in tutta Italia: si collabora appunto con le Regioni per sposare una linea comune. Si sta ragionando con i governatori sulla possibilità di impedire lo spostamento da una Regione all'altra se non per "comprovate esigenze". Non a caso nelle scorse ore sia il ministro Speranza sia il premier Conte hanno invitato i cittadini a evitare spostamenti non necessari. "Dobbiamo impedire in ogni modo che si ripeta quanto accaduto l’estate scorsa alimentando la circolazione del virus in maniera incontrollata", viene spiegato dagli esponenti dei giallorossi.

Le prime attività a chiudere sull'intero territorio nazionale potrebbero essere le sale giochi, poiché l'affollamento in uno stesso luogo chiuso per un lungo periodo di tempo viene ritenuto molto a rischio. Lente di ingrandimento anche sulle palestre, che hanno tempo fino a domenica per mettersi in linea con i protocolli anti-Covid. Infine si ragiona anche sui centri commerciali.

Alcuni governatori hanno già deciso di chiuderli il fine settimana; per evitare una massiccia circolazione di persone si potrebbe dunque estendere questa misura sull'intero Paese, lasciando però aperti i negozi di generi alimentari e le farmacie.

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