Benvenuti nell'unico «casinò» terapeutico d'Italia. Qui infatti ti insegnano a stare lontano dai veri casinò, evitando in tal modo di incasinarti l'esistenza. La sola «sala giochi» ambulatoriale che ti accoglie con l'obiettivo di tenerti lontano dalle sale giochi doc, si trova al terzo piano della Asl di Mantova in via Trento. Ieri mattina alle 10 nella stanza dell'«azzardo controllato» c'era una scolaresca, attratta dall'originalità (e dall'efficacia) del progetto o insegnano All'Asl di Mantova si gioca d'azzardo per «Sicuro che sia un gioco?». Un modo per affrontare il tema drammatico della «ludopatia» (sempre più diffusa tra i giovani) anche attraverso l'«utilizzo» degli strumenti tipici del giocatore più o meno patologico: tavolo verde, slot machine, roulette, fiches, gratta e vinci e via scommettendo.
A fare da cicerone in questo percorso a metà strada tra prevenzione psico-sanitaria e teatralizzazione didattica è Valter Grusetta che, con competenza e passione, ha organizzato il progetto: «La prevenzione diventa molto più efficace se fatta sul campo - spiega al Giornale Grusetta, operatore del Sert di Mantova -. E da noi, il campo, è rappresentato proprio dal casinò che abbiamo ricreato nella sede Asl». Ma prima di arrivare a «puntare» dal vivo al «Gran Casinò Asl», il programma prevede una serie di step con la finalità di dimostrare «scientificamente» come la possibilità di arricchirsi con l'azzardo sia praticamente inesistente. I ragazzi ascoltano con interesse, qualcuno di forse è già stato tentato dalle macchinette mangiasoldi che ormai invadono ogni bar, per non parlare delle sale giochi presenti sul territorio con un quantità davvero impressionante. Ma è quando si arriva alla game room del terzo piano che la visita raggiunge il clou: negli spazi dove infatti solitamente c'erano uffici, scrivanie e punti d'ascolto, ora (e fino al 16 dicembre) c'è un vero e proprio casinò con tavolo della roulette, banco del poker, videoslot, punto dell'estrazione dei numeri del lotto e spazio «gratta e vinci». La Asl di Mantova ha fatto la sua «puntata» e la Regione Lombardia ha accettato - è proprio il caso di dirlo - la «scommessa». Centinaia finora le persone che hanno aderito alla mostra «Sicuro che sia un gioco?», scoprendo alla fine che no, l'azzardo non è un gioco. Ma una bestia capace di divorare corpo e anima. Rovinare se stessi e le proprie famiglie è questione di un attimo. Si comincia, convinti di tenere la situazione sotto controllo, e poi si scopre si è già finiti nel precipizio. Il 2,5% dei giocatori d'azzardo italiani è affetto da comportamenti ludopatici. «Sono soggetti deboli - sottolineano i curatori del progetto - che a causa della crisi spesso sperano di trovare una soluzione facile ai loro problemi». Ed è per questo che nel corso della visita alla Asl vengono forniti ai visitatori anche strumenti matematico-statistici per comprendere quanto sia più facile che un meteorite cada sulla terra, piuttosto che si vinca al Superenalotto. La teoria poi viene applicata ai giochi: ai gratta e vinci, piuttosto che alla roulette, alle videoslot e al poker.
«Il gioco in Italia è legale - spiegano gli esperti - e ciò rende difficile la battaglia contro le ludopatie. Quella del gioco è la quarta industria italiana per fatturato e i giovani tentati dall'azzardo sono aumentati, passando, negli ultimi tre anni, dal 40 al 60%».
«Qualcuno ci ha mosso la critica ammette Francesco Salvi, anche lui operatore del Sert di Mantova e referente scientifico dell'iniziativa che facendo giocare i giovani, e meno giovani, alla roulette, piuttosto che al poker o alle videolottery li iniziamo al gioco
d'azzardo. Ma quello che noi intendiamo fare è renderli consapevoli attraverso l'esperienza, per fare in modo che sappiano quante insidie si nascondono dietro queste pratiche ludiche».Ma che di «ludico» non hanno davvero nulla.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.