
Milano - Le intercettazioni raccolte dal settimanale «Giallo» (Cairo Editore), in edicola da oggi, non riguarderebbero solo Paola Cappa, ma anche la sorella Stefania e il loro padre, l'avvocato Ermanno Cappa, marito della sorella del papà di Chiara Poggi e quindi zio della vittima. Raccolgono quanto venne registrato nell'agosto 2007 dal telefono di casa dei Cappa dopo che gli inquirenti lo avevano messo sotto controllo. Spunta anche il nome di Vittorio Feltri.
In una di queste intercettazioni, Ermanno Cappa dimostra un profondo interesse per l'omicidio della nipote e per tutto quello che si dice a riguardo sui media. Il legale è in procinto di partire per Roma per incontrare alcuni esponenti della Camera, in particolare un alto dirigente del garante della privacy e il senatore A.C. che, a suo dire «si sta muovendo». Ermanno Cappa chiama la figlia Stefania e le dice che devono «stare calme» perché lui sta facendo «un lavoro molto minuzioso». La esorta «a non andare davanti alle telecamere e fare ridere i polli». Poi avvisa la moglie di avere un incontro a Roma con alcuni esponenti della Camera per attaccare Vittorio Feltri (il giornalista allora direttore del quotidiano «Libero», nella foto) e «scoprire chi gli passa i documenti a favore di Stasi».
Tutto questo fa riferimento alle numerose occasioni in cui il giornalista Feltri ha pubblicamente professato l'innocenza dello stesso Stasi, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione per l'omicidio di Chiara Poggi, per il quale ora la Procura di Pavia ha riaperto l'inchiesta indagando Andrea Sempio, al quale è stata ora attribuita - secondo una nuova perizia disposta dagli inquirenti - un'impronta palmare all'interno della villetta di Garlasco dove si consumò l'omicidio, vicino al corpo della vittima.
Sempre secondo le intercettazioni pubblicate da «Giallo» alti funzionari del Garante della Privacy e dell'Ordine dei giornalisti «hanno già cazziato La Stampa di Torino».
Il settimanale - la direttrice Albina Perri e la giornalista che co-firma il pezzo insieme a lei, Laura Marinaro - si chiede infine la ragione che avrebbe spinto l'avvocato Cappa a contattare persone di alto livello per bloccare le notizie sulle figlie: «Amore paterno o tentativo di manipolazione?».
Racconta anche Fabrizio Corona su «Falsissimo» - il suo profilo «YouTube» - che la prima persona a cui l'ex agente dello spettacolo Francesco Chiesa Soprani la scorsa settimana avrebbe tentato di vendere «per ventimila euro» gli arcinoti vocali che l'uomo si era scambiato da un paio di mesi con Paola Cappa - una delle ormai famigerate gemelle cugine della povera Chiara Poggi, attualmente di professione food blogger e residente all'estero - sarebbe stato proprio lui, l'ex «re dei paparazzi». Che avrebbe rifiutato di comprarli perché, a suo dire, non aggiungono nulla a questa vicenda. Sempre Corona subito dopo ha quindi telefonato a Bruno Vespa (tutto registrato) per consigliarsi sul da farsi.
C'è grande e comprensibile interesse e tantissima curiosità intorno a questi vocali che Chiesa Soprani consegnerà alla Procura di Pavia che indaga sul delitto di Garlasco. La legale dell'ex agente, l'avvocato Solange Marchignoli, in collegamento ieri con «Storie Italiane» su Rai 1, ha spiegato: «Ho preso contatti con un'agenzia per riversare i messaggi che sono stati ricevuti su un supporto telematico ufficiale al fine di consegnarli alla Procura, salvo che non intervenga prima la chiamata del pubblico ministero.
Il mio cliente non si sarebbe mai esposto se non avessero virgolettato quel famoso messaggio - ha aggiunto -. I messaggi sono 186 e verranno ufficialmente consegnati, poi se possono contribuire all'indagine bene, altrimenti nulla. «Tutte le persone in buona fede - ha concluso - cercano di contribuire per capire la verità».
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