Politica internazionale

La crisi dei migranti infiamma l'Europa. E la Francia blinda i confini con l'Italia

Parigi schiera agenti ed esercito alla frontiera poi minimizza: "Non è il piano antiterrorismo". Varsavia straccia il progetto Von der Leyen. "Dieci punti disastrosi, ci opporremo alla Ue"

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Dopo Lampedusa, la crisi si affaccia a Mentone. E la Francia sceglie di trattarla al pari di una minaccia. Schierati circa 200 poliziotti e gendarmi insieme a 120 militari dell'operazione Sentinelle per intercettare gli «stranieri irregolari» che varcano il confine. Sorveglianza potenziata, raccolta informazioni sul terreno. Parigi vuol dare un segnale chiaro ai migranti: scoraggiarli a entrare, moltiplicando forze e mezzi in campo, con anche un elicottero in volo. Alcuni, da Lampedusa, sono riusciti a passare nascondendosi nei treni o ricorrendo ai sentieri nei boschi. «Un'onda sommersa colossale», secondo il presidente delle Alpi Marittime Charles Ange Ginesy.

Immediata l'allerta nella popolazione. «Emergenza migranti» su suolo francese? è il refrain sui media. La prefettura chiarisce che «alla frontiera con l'Italia non c'è mai stata alcuna missione antiterrorismo», niente panico. Ma i rumors su un hotspot a Mentone, smentiti dal prefetto due giorni fa, crescono. Altri migranti (uomini, donne con bambini) si assommano ai 1.600 già respinti su territorio italiano nell'ultima settimana. Gli arrivi continuano. E preoccupano.

In Francia (e sul ministro dell'Interno Darmanin) aleggia infatti il fantasma della Ocean Viking, unica nave Ong mai attraccata su coste francesi che nel 2022 scosse i «cugini» con soli 230 migranti a bordo. Fece loro capire in cosa consisteva l'accoglienza, la cura, l'identificazione e le procedure. Corsero a fatica ai ripari delle prime fughe da Tolone, rendendosi conto dell'impegno di uomini, interpreti, tempi e mezzi per arrivare ai rimpatri. Ora la musica cambia. Si vuol evitare stazionamenti (e dispersioni) di massa; potenzialmente migliaia di persone.

Nonostante le dichiarazioni felpate, a Mentone sembra che uno spazio blindato sarà allestito. Ma «non un campo migranti». Un rifugio temporaneo, spiega a BfmTv Philippe Vicente, dell'Unite Spg Police, che servirà solo a «tenerli qualche ora in buone condizioni e poi saranno ricondotti alle autorità italiane». I lepenisti non si lasciano sfuggire l'occasione di stigmatizzare «l'abitudine del governo a mentire ai francesi», dice David Rachline, vicepresidente del Rn. Mentre l'esecutivo, durissimo nei fatti, ha mandato Darmanin a Roma a dire che Francia e Italia sono «unite per una cooperazione concreta per combattere il traffico di esseri umani». Il ministro Piantedosi parla di «prospettive di azioni congiunte» per il prossimo Consiglio Affari Interni a Bruxelles. Parigi adotta intanto le maniere forti al confine, per evitare che si scatenino i media come fu per la Ocean Viking. Via treno, 7 giorni su 7, la polizia «caccia» dalle 6 alle 22. Controlla i passeggeri dall'Italia. Altri mezzi nei boschi; droni inclusi. Schierati pure i Chasseurs Alpins del 27° battaglione di stanza in Savoia per «battere» financo i greti dei torrenti.

Il sindaco di Mentone, Yves Juhel, ammette che «per far fronte all'annunciato afflusso di irregolari, un terreno potrebbe essere messo a disposizione accanto ai servizi di polizia». I messaggi di fermezza prevalgono su quelli di accoglienza. E se la Francia si blinda, da altri Paesi Ue arrivano nuove chiusure. Il premier polacco Mateusz Morawiecki annuncia una risoluzione di Varsavia contro l'immigrazione clandestina: «Lampedusa è un monito per tutti noi», tuona, bollando come «disastroso» il Piano in 10 punti di Von der Leyen. La Polonia vi si opporrà in sede europea. I 250 milioni del Memorandum con Tunisi restano «congelati». Il ministro degli Esteri Tajani lunedì sarà invece a Parigi per incassare un impegno dal Quai d'Orsay almeno sulla missione navale nel Mediterraneo utile a «distruggere» i barchini prima che partano. Prima, sabato, Macron vedrà Papa Francesco a Marsiglia.

Incontro chiave.

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