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"Il virus non circola sui mezzi di trasporto". Ma ora il Cts chiede più controlli

Giravolta del Comitato tecnico-scientifico, che ora ci ripensa e chiede maggiori accertamenti. Bufera sull'ultimo Dpcm: "Non risolve il problema dei trasporti"

"Il virus non circola sui mezzi di trasporto". Ma ora il Cts chiede più controlli

Maggiori controlli a bordo dei mezzi di trasporto per verificare l'effettivo rispetto delle norme in vigore. Questa la richiesta avanzata dal Comitato tecnico-scientifico nel corso delle ultime riunioni. Come riportato dall'Ansa, è stata sottolineata nuovamente "l'assoluta necessità" degli accertamenti del caso affinché vengano rispettate tutte le norme e le raccomandazioni "per la prevenzione degli assembramenti collegati al mancato rispetto del limite di riempimento dei mezzi di trasporto". Un chiaro segnale al premier Giuseppe Conte e all'intero governo giallorosso, che sembrano del tutto disinteressati all'urgente questione e che non hanno ancora messo in pratica alcuna azione concreta ed efficace per risolvere quella che potrebbe essere una delle cause dell'aumento dei contagi.

Peccato però che gli stessi esperti fino a poche ore fa erano convinti che i mezzi pubblici non incidessero "in modo significativo sulla crescita dei contagi". A sostenerlo è stato Sergio Iavicoli, componente della task-force che supporta il governo. Il direttore del dipartimento di epidemiologia e igiene del lavoro dell'Inail in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera si era così espresso sui dati riportati da Roma Mobilità: "Non ci sono focolai riconducibili a questo tipo di spostamenti". Le motivazioni andrebbero ricercate nel fatto che i mezzi trasportano il 30% in meno di passeggeri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e che il tempo di permanenza non sarebbero lungo. Non vi è alcuna correlazione tra l'aumento dei contagi di questi ultimi giorni e l'utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei cittadini? Il Cts, a distanza di pochissimo tempo, ha sbugiardato se stesso: ci ha ripensato e adesso spinge per maggiori verifiche.

Il braccio di ferro

I fenomeni di assembramento alle fermate e alle stazioni potrebbero essere piuttosto pericolosi, ma evidentemente l'esecutivo se ne infischia. Anche perché, come fa notare l'immunologa Antonella Viola, nel nuovo Dpcm il tema dei trasporti non è stato toccato mentre invece andrebbe trattato seriamente per tutte le criticità che ne conseguono. "I trasporti sono un nodo cruciale perché la mascherina non ci può proteggere nelle condizioni di forte assembramento che abbiamo visto nei tram e nelle metropolitane", sostiene l'ordinaria di Patologia generale del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Padova.

Negli allegati al Dpcm viene ribadito che per quanto riguarda il settore del trasporto pubblico locale automobilistico, metropolitano, tranviario, filoviario, funicolare, lagunare, costiero e ferroviario di interesse delle Regioni e delle province autonome "è consentito un coefficiente di riempimento dei mezzi non superiore all'80% dei posti consentiti dalla carta di circolazione dei mezzi stessi, prevedendo una riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti". Nel documento viene specificato inoltre che la capacità di riempimento potrà essere aumentata oltre il limite previsto solamente nel caso in cui "sia garantito un ricambio di aria e un filtraggio della stessa per mezzo di idonei strumenti di aereazione che siano preventivamente autorizzati dal Cts".

Il nodo dei mezzi pubblici ha scaturito un tutti contro tutti: il braccio di ferro tra Ministeri, Regioni, enti locali e aziende di trasporto locale è infuocato. Nella serata di ieri era spuntata l'ipotesi di far tornare alla didattica a distanza gli studenti delle scuole superiori, ma Lucia Azzolina ha prontamente alzato il muro e si è schierata contro tale possibilità. "I ragazzi sono felici di essere tornati a scuola. E ci devono rimanere.

Anche per quelli più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove", ha dichiarato il ministro dell'Istruzione.

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