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Dai reintegri dei fannulloni ai finti malanni quella tutela farlocca dei lavoratori

A Sanremo il Comune ha dovuto riprendere (e pagare) un furbetto del cartellino

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Altro che lotta ai fannulloni. I reintegri di lavoratori licenziati sono all'ordine del giorno spesso anche delle battaglie dei sindacati vinte in tribunale. La spuntano spesso i furbetti del cartellino, sotto le tutele previste dall'articolo 18. È il caso recente di Sanremo, dove la sezione Lavoro della Corte di Appello civile di Genova pochi mesi fa ha ritenuto illegittimo il licenziamento nei confronti dell'ex archivista del Comune. Era stato licenziato con l'accusa di essersi allontanato dal posto di lavoro senza giustificazione per 67 volte, come accertato nell'indagine "Stakanov" furbetti del cartellino. Il Comune è stato condannato al reintegro dell'ex dipendente oltre che al risarcimento di tutte le retribuzioni, dei contributi previdenziali e assistenziali, dal giorno dell'allontanamento dal posto di lavoro a quello della futura riassunzione.

E poi ci sono i sindacati che non accettano la narrazione dell'assenteismo, anche quando è lampante, come quando negli anni è diventata una piaga in aziende pubbliche come Atac, che gestisce i trasporti romani, o l'Ama, nella raccolta rifiuti. E le rappresentanze hanno cantato vittoria quando il Comune di Roma ha previsto incentivi alla produttività sotto le feste. Un modo per evitare le crisi dei trasporti pubblici a causa degli «anomali» picchi di assenze per malattia nei giorni delle festività natalizie o ferragostane. Ci sono stati incentivi (fino a 140 euro a turno) proprio per i festivi e per gli orari allungati tra Natale e Capodanno. Per evitare la paralisi della raccolta rifiuti dell'Ama, diversi accordi hanno previsto che i netturbini che non facessero assenza durante le festività si vedessero riconosciuti 360 lordi in più dal 22 novembre al 9 gennaio. Accordi voluti anche dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri. L'ultimo nel 2021. Ma dopo le polemiche in una lettera al presidente di Ama, le organizzazioni sindacali avevano respinto la narrazione dei dipendenti come furbetti pronti a farsi certificare patologie inesistenti. Per Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel, la verità «è che lavoratrici e lavoratori sono chiamati ad operare con mezzi e con modalità che, spesso, mettono a rischio la loro salute e la loro incolumità, creando anche le condizioni, nel medio e lungo periodo, per l'insorgere di patologie alle articolazioni ed alla schiena». La Lega aveva puntato il dito sul primo cittadino: «Il sindaco, incapace di mantenere fede a una sparata da campagna elettorale, per ripulire Roma dai rifiuti entro Natale offre 'mancette' ai dipendenti Ama. Inaudito. Assurdo pensare a incentivi per non mettersi in malattia; la malattia, se vera, la si fa a casa ed è garantita dalle norme vigenti per cui è pagata. Se, invece, prevedi incentivi per non assentarsi vuol dire che sai che la malattia non è vera e quindi chi abusa va sanzionato». Lo aveva difeso il Pd: È davvero incredibile come qualcuno voglia far passare l'incentivo agli operatori dell'Ama come un bonus assenteisti. Non è così. L'amministrazione ha preso l'impegno di una pulizia straordinaria di cui la città ha bisogno».

Le assenze sono un problema vero per l'Ama, che nel 1° trimestre 2023 ha raggiunto un tasso di assenze pari al 16,68% sceso di poco nel trimestre successivo al 15,76%.

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