"Ognuno deve fare quello che corrisponde ai propri valori. Meglio prendere il 3% a favore di ciò che si ritiene giusto che il 20 a favore di ciò che si ritiene sbagliato". Massimo D'Alema, in un'intervista al Corriere della Sera, difende la scissione dal Pd portata avanti dalla sinistra del partito, descritta come "inevitabile e persino tardiva".
"Bisognava farla prima: era matura già con il Jobs act. D'Alema attaca Renzi per il "suo modo dilettantesco di governare" che "ha creato danni enormi al nostro Paese". "Che piaccia o no a Renzi, D'Alema c'è: se ne faccia una ragione", attacca l'ex premier che chiede "una svolta profonda" per l'economia italiana che si basi sugli investimenti e sulla reintroduzione della tassa per la prima casa almeno ai ricchi. Inoltre "non ha detto la verità sul suo progetto: allearsi con Berlusconi. Il 'Renzusconì non mi pare molto popolare, anzi tirerà la volata a Grillo", dice D'Alema che precisa di voler offire un'alternativa sia al leader del M5S sia a Renzi.
Per D'Alema lo spazio per una forza a sinistra del Pd c'è ed è grande:"L'alleanza per il cambiamento ha una potenzialità che va molto al di là della somma delle singole forze. Dovrebbe nascere da un processo costituente, attraverso la rete e una serie di assemblee, con una grande consultazione programmatica. E dovrebbe comportare elezioni primarie sia per l'indicazione dei candidati, sia per la scelta di una personalità che guidi questo processo". L'ex premier premette di non volersi candidare e sottolinea che oltre a 608px;">Mdp, Sinistra Italiana e al movimento di Pisapia "ci sono i comitati per il No di Zagrebelski, c'è un pezzo importante di società civile, il mondo del cattolicesimo democratico". Tutte forze che "vogliono dare vita a un programma di centrosinistra".
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