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"Dem fratoiannizzati. Impossibile un'alleanza con Renzi e Calenda"

Il sociologo: "Su immigrazione, sicurezza e utero in affitto gli italiani non la pensano come i dem"

"Dem fratoiannizzati. Impossibile un'alleanza con Renzi e Calenda"

«Un'alleanza organica, in vista di un futuro governo progressista, è pensabile solo senza Calenda e Renzi». Il sociologo Luca Ricolfi, autore del libro edito da Rizzoli La mutazione. Come le idee di sinistra sono migrate a destra, vede un futuro complicato per la nuova «cosa rossa» che ieri ha fatto il suo esordio a Bologna.

Una sorta di grande ammucchiata, quindi, non può funzionare?

«Con Fratoianni invece non ci sono problemi: Conte e Schlein sono già ampiamente fratoiannizzati. Il vero problema è che, senza un'alleanza con il Terzo polo, potrebbe risultare difficile conquistare la maggioranza degli elettori».

I centristi beneficeranno dello spostamento a sinistra del Pd?

«Non è detto. A sinistra le formazioni prive di una massa critica (almeno il 10%) hanno sempre stentato ad attrarre consensi. E i sondaggi più recenti suggeriscono che la vittoria di Schlein non ha innescato, come alcuni speravano, un flusso di voti dal Pd al Terzo Polo».

Ucraina, salario minimo, diritti civili. Su quali temi, le opposizioni potranno trovare un'intesa?

«Su quasi tutto, direi, vista la recente adesione di Calenda al salario minimo legale. Quello dell'Ucraina non mi pare un vero ostacolo, se non altro perché quando si voterà (autunno 2027) quasi certamente la guerra sarà finita, speriamo senza la distruzione del pianeta. Le vere difficoltà a trovare un'intesa fra massimalisti e riformisti potrebbero arrivare sui temi della sicurezza, dei migranti, ma soprattutto delle politiche economico-sociali: voucher, contratti a tempo determinato, reddito di base».

Il cosiddetto Effetto Schlein sta colpendo il M5S oppure è così forte da pescare voti anche tra gli astenuti?

«Credo che entrambi i flussi di voti siano cospicui».

La minoranza del Pd ha ottenuto la presidenza del partito e pretende anche un capogruppo. Questo basterà a coprire le divergenze?

«Nel breve periodo dovrebbe bastare. Ma, alla prima sconfitta elettorale, le correnti torneranno ad alzare la testa. E non è detto che, a quel punto, cattolici e riformisti non alzino la testa».

Elly Schlein intende puntare sui diritti civili e sullo Ius soli. Non rischia di tralasciare temi fondamentali come la sicurezza?

«Non credo che occuparsi di certi temi porti a trascurane altri. Anzi, la svolta di Schlein mi pare quella di aver riportato diritti sociali e diritti civili nel medesimo alveo. Semmai vedo un altro problema per il nuovo Pd: su molti temi la maggioranza degli italiani non la pensa come Elly Schlein».

Su quali temi?

«Almeno tre: Immigrazione, sicurezza, utero in affitto. Per non parlare della libertà di espressione, che ormai grazie al politicamente corretto - è diventata una bandiera della destra, come ho spiegato anche nel mio ultimo libro».

Il Pd, a giorni alterni, chiede le dimissioni di qualche membro del governo. Un'opposizione così urlata può essere vincente?

«Le ripetute richieste di dimissioni dipendono anche dalla imprudenza, al limite dell'ingenuità, di troppi esponenti della maggioranza.

Quanto all'opposizione urlata, mi spiace doverlo dire ma, secondo me, può funzionare: con Elly Schlein, la sinistra ha la storica occasione di resuscitare quel complesso dei migliori che Veltroni e Renzi avevano provato a mandare in soffitta».

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