
La richiesta americana è uno scudo contro l'invasione cinese nell'industria italiana. La contropartita è un canale privilegiato tra Usa e Italia sul dossier dazi. La visita in Italia del numero due dell'amministrazione di Washington James David Vance serve a sensibilizzare il governo Meloni sul pericolo cinese. La missione italiana del vicepresidente degli Stati Uniti d'America offre, inoltre, l'occasione per affrontare altre questioni cruciali nelle relazioni tra i due Paesi: lo stop al green deal Ue, il conflitto in Ucraina e la sicurezza. Ma anche - come spiega in una nota Palazzo Chigi - «per rafforzare la cooperazione nei settori dello sviluppo tecnologico e sicurezza».
Il protocollo istituzionale si articola in due momenti. La prima fase prevede l'incontro tra Meloni e Vance, per il classico bilaterale. La seconda fase è la coalizione di lavoro alla quale sono ammessi anche gli altri due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. C'è da fare una piccola annotazione politica: il leader della Lega sperava nel faccia a faccia riservato con Vance, in virtù di uno sbandierato rapporto politico. Alla fine deve «accontentarsi» del pranzo di lavoro con Tajani e Meloni. L'accoglienza nel cortile di Palazzo Chigi regala subito il primo fuori programma. «I've been missing you...» dice la premier italiana che si avvicina al vicepresidente Usa e lo saluta rivolgendogli in inglese un «Mi sei mancato...». Prima, poi, di passare in rassegna il picchetto d'onore. Nel bilaterale Meloni-Vance il tema centrale è il conflitto in Ucraina. L'esecutivo di centrodestra si gioca un pezzo della propria credibilità internazionale sulla questione ucraina. Vance gioca di sponda. «Avevamo due questioni importanti di cui discutere, ho voluto aggiornare la presidente del Consiglio sull'andamento dei negoziati tra Russia e Ucraina, le ho riferito in privato delle novità di queste ultime 24 ore: speriamo di poter portare questa guerra brutale a una fine», commenta Vance.
L'altra questione è un aggiornamento dell'incontro di giovedì a Washington tra Meloni e Trump: i dazi. «Ci sono alcune relazioni economiche molto importanti tra l'Italia e gli Stati Uniti. Ma, ovviamente, stiamo conducendo importanti negoziati commerciali non solo tra l'Italia e gli Stati Uniti, ma anche con l'intera Unione Europea. Ne abbiamo parlato a lungo ieri con il presidente a Washington e oggi daremo seguito a quelle conversazioni», ribadisce il numero due della Casa Bianca. «Sicuramente Italia e Usa sono determinati a rafforzare la loro cooperazione. Noi crediamo che l'Italia possa essere un partner estremamente importante nell'Europa e nel Mediterraneo per gli Stati Uniti d'America. Sicuramente c'è un rapporto privilegiato tra noi del quale io vado molto orgogliosa», rilancia il presidente del Consiglio Meloni che ieri ha avuto un colloquio telefonico con la presidente della commissione Ue Ursula Von Der Leyen.
La tela italiana sembra produrre i primi risultati. Il secondo momento della visita a Palazzo Chigi di Vance è il pranzo allargato con i due vicepremier Tajani e Salvini. «Un onore e un piacere poter incontrare a Roma l'amico J. D. Vance. Il 2025 dovrà essere l'anno della Pace, con l'auspicio che il lavoro dell'amministrazione Trump possa fermare i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Presto ci sarà una missione del Mit a Washington: su infrastrutture e trasporti ci sono molti dossier di interesse comune e le eccellenze italiane possono e devono essere protagoniste», commenta Salvini.
Qui il discorso si fa più politico e si sposta sull'Europa. Tra Vance, Salvini e Meloni c'è la comune intenzione di mettere fine ad alcune politiche Ue. Tra cui quella del green deal e soprattutto imporre una sterzata alla governance. Meno allineato il leader di Forza Italia Tajani che comunque promuove la visita del vicepresidente Usa: «Great to welcome vicepresident J.D.
Vance in Rome». Resta aperto tutto il capitolo cinese.Il vice di Trump chiede al governo italiano di alzare una barriera contro l'invasione cinese. Soprattutto in alcuni settori strategici per la sicurezza nazionale e dell'Occidente.
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