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Diana Bracco condannata a 2 anni per evasione

La ex vicepresidente di Confindustria, Diana Bracco, è stata condannata a 2 anni di reclusione per evasione fiscale e appropriazione indebita ma beneficierà della condizionale

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Due anni di reclusione per evasione fiscale e appropriazione indebita. È questa la condanna che i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano hanno comminato a Diana Bracco, ex vicepresidente di Confindustria.

La Bracco era accusata di aver commesso tali reati in qualità di presidente del Cda del gruppo farmaceutico Bracco Spa ma, essendo incensurata, godrà della condizionale. Gli altri imputati, gli architetti Marco Pollastri e Simona Calcinaghi, sono stati condannati a 18 mesi di reclusione. Il presidente del cda della Bracco Real Estate Srl, Pietro Mascherpa, aveva invece patteggiato davanti al gup una multa da 45mila euro. Bracco era accusato di aver commesso una frode fiscale da un milione di euro, realizzata abbattendo l'imponibile emettendo fatture per spese personali, come la manutenzione di barche e case in note località turistiche. Fatture che sono state messe sui bilanci delle società del gruppo Bracco. La frode fiscale contestata ammonta a un milione e 42mila euro. Tale somma era stata posta sotto sequestro preventivo lo scorso marzo e oggi è stata dissequestrata dato che la Bracco ha risarcito l'Agenzia delle entrate, sanando così il proprio contenzioso tributario con l'Erario. "Non condivido la decisione del Tribunale e ribadisco la totale estraneità della mia assistita alle accuse mosse", ha commentato l'avvocato Giuseppe Bana, legale di Bracco, che annuncia di voler ricorrere in appello.

La difesa di Diana Bracco da subito aveva contestato l'accusa di evasione, spiegando che la pratica con l'Agenzia delle Entrate si era già conclusa con una transazione.

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