Diario di Silvio, il santo bambino

Stroncato 35 anni fa da un tumore alle ossa. Le sue frasi e le sue riflessioni hanno commosso Papa Francesco

Diario di Silvio, il santo bambino

Poirino (Torino) - I genitori di Silvio sfogliano il diario, leggendo la frase del figlio: «Vi ringrazio, perché mi avete messo al mondo, perché mi avete dato la vita che è tanto bella! Io ho tanta voglia di vivere». Silvio invece morirà a 12 anni, portato via da un male incurabile. Papà Ottavio, 77 anni, ex caporeparto alla Fiat, quando risponde alle nostre domande un po' si illumina e un po' si commuove. Del resto non è da tutti essere il padre di un futuro baby santo. Sono bastati appena 12 anni di vita per convincere il Pontefice ad accogliere questo bambino «miracoloso» tra la schiera dei cherubini. Papa Francesco ha ricevuto infatti domenica il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il dicastero a promulgare il decreto sulle «virtù eroiche» di Silvio Dissegna. La nomina a «Venerabile» è l'anticamera alla successiva beatificazione. Papà Ottavio è consapevole di questo onore immenso e col Giornale ripercorre i momenti felici col suo bimbo «tifoso della Juventus e sempre pronto ad aiutare gli altri». Nella loro casa di Poirino (Torino) tutto parla del piccolo Silvio. Quasi se ne avverte il profumo. Foto alle pareti e tante frasi che sembrano scritte da un adulto per quanto sono belle e profonde. «È vero - ammette il papà di Silvio - nostro figlio mostrava una sensibilità superiore a quella di un bimbo della sua età. Da grande, se la malattia non ce l'avesse portato via, sarebbe potuto diventare un teologo. Il suo amore per Gesù e la Madonna era enorme. Eppure noi gli avevamo dato solo una semplice educazione cristiana, nulla di più e nulla di meno. Ma lui, evidentemente, aveva una luce interiore che gli ha sempre illuminato viso, cuore e anima...».

Silvio Dissegna nasce a Moncalieri il primo luglio 1967. È un bambino dalla faccia sveglia, ama giocare a calcio. A 10 anni la mamma per Natale gli regala una macchina da scrivere e lui comincia a comporre pagine in grado di commuovere ben due Pontefici. Prima Giovanni Paolo II che nel 2001 lo ha nominato «Servo di Dio» e ora Papa Francesco che lo ha «promosso» Venerabile. «A 11 anni arrivarono i primi dolori alle gambe - si legge nel libro che la sua parrocchia ha dedicato a Silvio -. I medici non lasciano speranze: cancro alle ossa. Inizia il suo calvario con il Rosario in mano. Non lo lascerà più, giorno e notte». «Io ho molte cose da dire a Gesù e alla Madonna», scrive il bambino nei tristi giorni della malattia. La mamma Gabriella è sempre al suo fianco, stringendogli la mano: «Sapeva che Gesù gli voleva bene e che lo aspettava in Paradiso». Il 10 giugno 1979 perde completamente la vista, il 26 luglio gli scoppia la pupilla dell'occhio sinistro. A settembre perde l'udito. Con un filo di voce riesce solo a dire: «Mamma com'è brutto non vedere il sole, la luce, le piante, i fiori ma soprattutto non più vedere te, papi e Carlo (il fratello ndr)». Il 24 settembre Silvio vola in cielo. Ora, dopo 35 anni, la Chiesa ha ratificato l'«incontro» tra Silvio e il Signore. Un evento che riempie di gioia l'intera comunità di Poirino, dove non c'è abitante che al non abbini al nome Silvio il cognome Dissegna. Con buona pace di Silvio Berlusconi...

In paese volano come rondini le pagine del diario del bambino «santo». Frasi dolci, mai sdolcinate: «Gioco con allegria e se qualcuno si fa male, mi ritiro dal gioco per curarlo, e se non è grave continuo a giocare». Poi, nel giorno della Prima Comunione: «Il mio più grande amico da oggi sarà sempre Gesù». Il gruppo «Amici di Silvio» da 27 anni stampa un bollettino che conta oltre 1.500 abbonati da tutto il mondo; in suo nome vengono organizzate iniziative per aiutare poveri e bisognosi. Per la beatificazione di Silvio è necessario provare un miracolo.

Ma è già miracoloso un bimbo che, sul letto di morte, incoraggia così il padre: «Ho tanto male, papà. Dammi la mia Madonnina che la voglio baciare e pregala anche tu perché mi aiuti. Mamma, noi saremo felici e contenti solo in Paradiso».

Parole sante.

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