Piazza Affari ha ripreso a correre (+22% da inizio anno) e sta regalando buoni frutti alle famiglie italiane che hanno scelto di rischiare. Lunedì dalla sede dell'Expo il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha però avvertito i risparmiatori che le Borse potrebbero essere presto alle prese con una «bolla speculativa». A destare preoccupazione è il rapporto prezzo-utili delle società quotate. Si tratta del parametro, utilizzato da analisti e investitori istituzionali, per misurare in modo semplice ed immediato, quanto sia «cara» una singola azione o la media delle società trattate su un listino. Attualmente il rapporto prezzo-utili delle Borse europee si attesta al 18,4 contro una media degli ultimi 10 anni di 13,5 (quindi le azioni in Europa sono più care del 36% rispetto alla loro media storica) mentre a Wall Street è pari a 20,3 (contro i 16,9 medio a 10 anni), il che rende le azioni statunitensi più costose del 20% rispetto alla media. Nella sola Piazza Affari, sebbene il parametro sia fortemente influenzato dall'Eni e quindi dall'andamento del petrolio, il rapporto prezzo-utili si attesta al 24,6 contro il 15,1 su base decennale. Il campanello d'allarme di Vegas deve, quindi, essere preso in seria considerazione, soprattutto dai piccoli risparmiatori e da quelli meno esperti. Ecco perché Il Giornale ha deciso di proporre questa guida, con alcuni consigli pratici per investire su azioni, obbligazioni, valute estere e materie prime, restando al riparo anche nel caso di un effettivo scoppio della bolla. La prima cosa da fare è comunque verificare, con il supporto di un consulente finanziario, se la composizione del proprio portafoglio rispecchia ancora correttamente il profilo di rischio prescelto e gli obiettivi di guadagno posti.
A confermare l'euforia delle Borse sono peraltro le stesse performance del risparmio gestito: l'indice generale è cresciuto del 3,84%, i fondi azionari del 14,8%, i bilanciati del 6,8%, i flessibili del 3,6% e gli obbligazionari del 2,1%. Solo i monetari (-0,03%) sono satti penalizzati dai tassi a zero di Fed e Bce.
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