
Dal cessate al fuoco alla pace vera e propria è l'obiettivo del piano Trump, che entrerà nelle due fasi delicate, ancora da organizzare, dopo la liberazione degli ostaggi e lo scambio di prigionieri.
I prossimi passi verso la luce in fondo al tunnel iniziano con l'accesso degli aiuti a Gaza sotto il controllo dell'Onu e altre organizzazioni internazionali, indipendenti da Israele ed Hamas, da Rafah. Al valico egiziano sono già arrivati ieri 153 camion, ma si prevede l'ingresso di almeno 400 camion carichi di aiuti al giorno. Il piano Trump prevede anche "la riabilitazione di ospedali e panifici e l'ingresso delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e aprire le strade".
Il ritiro israeliano sta già iniziando da Gaza city con le unità logistiche e la prima linea di ripiegamento delle truppe, quella gialla, permetterà all'Idf di controllare ancora il 53 % della Striscia. Gli ulteriori passi indietro saranno collegati all'avanzamento delle fasi del piano. I militari passeranno alla linea rossa (40% circa di Gaza) e poi alla zona cuscinetto sul confine della Striscia. Ancora incerte le tempistiche per il famoso corridoio Philadelphia, al confine con l'Egitto, che l'Idf considera punto principale di contrabbando verso Gaza.
Gli incontri per passare alla seconda fase inizieranno subito dopo il rilascio di tutti gli ostaggi con scambio dei 1950 prigionieri palestinesi. Se non verranno individuati tutti i corpi dei sequestrati deceduti entrerà in gioco un team internazionale composto da Qatar, Egitto, Stati Uniti che cercherà i resti su indicazioni degli israeliani. Nella fase due Gaza diventerà "una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo, che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini" recita il piano Trump. Hamas dovrà accettare il disarmo. "Le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, compresi i tunnel e gli impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite". La smilitarizzazione avverrà con la consegna delle armi, a cominciare da quelle pesanti, ad un comitato egiziano-palestinese. Il capo militare di Hamas nella Striscia, Ezzedin al-Haddad (nella foto in basso), vorrebbe tenere le armi leggere, che potrebbero servire a mantenere un controllo sotto traccia. E soprattutto ad affrontare i clan armati sempre più aggressivi nei confronti di Hamas. Si calcola che ci siano ancora 2500 miliziani duri e puri e 20mila combattenti scarsamente addestrati. Chi accetterà il disarmo otterrà in cambio l'amnistia. Per i comandanti come al-Haddad e Raed Saad, coinvolti nell'attacco stragista del 7 ottobre, è aperta la via dell'esilio "con la garanzia di un salvacondotto". In parallelo "Gaza sarà governata da un'amministrazione transitoria temporanea - recita il piano - un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle amministrazioni comunali per la popolazione". Hamas è formalmente tagliata fuori, ma ha già messo il veto all'ex premier inglese Tony Blair, che assieme a Trump dovrebbe guidare il Board of Peace, che supervisionerà il governo della Striscia. Del Board faranno parte anche altri leader internazionali e probabilmente Giorgia Meloni. Disarmo e nuovo governo di Gaza saranno garantiti da "una Forza di Stabilizzazione Internazionale (Isf) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza, che addestrerà le future forze di polizia palestinesi". Oltre che dare una mano nel rimuovere le macerie e a rimettere in piedi la struttura sanitaria palestinese. Il dispiegamento dei militari dei paesi arabi e di altre nazioni, compresa l'Italia, segnerà i passaggi del ritiro delle truppe israeliane. La terza e ultima fase sarà la rinascita della Striscia con la ricostruzione e "il piano di sviluppo economico di Trump per rivitalizzare Gaza".
L'ultimo punto, più lungimirante e difficile da raggiungere, per l'ostilità israeliana, è un'ampia riforma dell'Autorità nazionale palestinese, che già governa in Cisgiordania, per creare "un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la statualità, riconosciuta come l'aspirazione del popolo palestinese".