Guerra in Ucraina

Asse Draghi-Scholz: "Mantenere le sanzioni alla Russia"

Telefonata tra Mario Draghi e Olaf Scholz sulla crisi ucraina: i due leader concordano sull'importanza di un approccio unico europeo

Asse Draghi-Scholz: "Mantenere le sanzioni alla Russia"

La crisi in Ucraina prosegue e questo obbliga le diplomazie europee a un costante esercizio di mediazione e di lavoro supplementare per cercare di porre le condizioni per arrivare a una tregua. In quest'ottica si inserisce la telefonata intercorsa tra Mario Draghi e Olaf Scholz, come riferito da Palazzo Chigi. I due leader si sono confrontati soprattutto sul tema delle sanzioni alla federazione Russa e sui recenti sviluppi in merito alle importazioni di gas dal Paese di Vladimir Putin.

Draghi e Scholz hanno concordato circa l'importanza di mantenere in vigore l'impianto sanzionatorio imposto finora verso la Russia, perché si sta dimostrando piuttosto efficace nell'indebolire il Paese di Putin a livello economico. Questo ha ovvie e inevitabili conseguenze sia a livello militare che a livello sociale, con un crescendo di malcontento nei confronti del presidente della Federazione. Per questa ragione Draghi e Scholz si sono detti d'accordo sull'importanza di mantenere un approccio unitario a livello europeo. La coesione europea è stata una delle armi più forti finora schierate contro la Russia per la sua invasione ed è stato forse un risultato a sopresa per Vladimir Putin, che non si sarebbe aspettato una reazione così veemente e compatta da parte dell'Unione europea, che ha agito quasi come un unico blocco nel condannare e sanzionare l'invasione russa.

Per quanto concerne l'importazione di gas dalla Russia, unico punto sul quale l'Europa si è mostrata fragile vista la sua dipendenza, nelle prossime settimane qualcosa potrebbe volgere in modo diverso. Proprio la Germania di Olaf Scholz e la Francia di Emmanuel Macron, infatti, come ha dichiarato il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, si starebbero preparando all'eventualità in cui la Russia dovesse chiudere i rubinetti. Un'eventualità non remota, vista richiesta (non accolta) di pagamento delle forniture di gas in rubli. "Potrebbe esserci una situazione in cui domani, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo.

Sta a noi preparare questi scenari e ci stiamo preparando", ci ha tenuto a precisare Le Maire durante la stampa conferenza congiunta con il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck.

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