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Ecco l'altro male assoluto ignorato dalla sinistra

Dopo l'inchiesta su Fanpage, riparte la richiesta a Fdi di dissociarsi dal fascismo (già fatto). E il comunismo?

Ecco l'altro male assoluto ignorato dalla sinistra

Da giorni il nuovo giochino pare essere diventato questo: riuscire a costringere Giorgia Meloni a ripetere ciò che Fini fece qualche decina di anni fa, ovvero definire il fascismo “il male assoluto”. Come se questo potesse cambiare le cose sulla considerazione che giornali e cronisti “militanti” avranno di FdI. Diciamo subito la verità: non si modificherà alcunché. Se anche la leader di Fratelli d'Italia si vestisse da partigiana e partecipasse alla festa del 25 aprile, desse fuoco all’effige del Duce o si iscrivesse all’Anpi, tutto rimarrebbe immutato. Meloni infatti ha già condannato il condannabile, ma i suoi detrattori se ne infischiano. È come un marchio indelebile: se gli antifa ti bollano come fascista, sei finito. Non ne uscirai più.

Dell’inchieste di Fanpage inutile parlarne. Invece vale la pena discutere del dibattito avvenuto ieri a Piazzapulita. Formigli ha chiesto in contumacia alla Meloni di condannare il fascismo, quando avrebbe potuto tranquillamente domandare all’ospite in studio, tal Pierluigi Bersani, se dalla svolta della Bolognina ha mai detto esplicitamente che anche il comunismo fu il male assoluto del mondo. Una rapida ricerca su internet non dà risultati di questo tipo. Sarebbe importante scoprirlo. E non solo per una barbara comparazione sul numero dei morti (di questo se ne parla da tempo eppure cronisti e politici “democratici” mai hanno ammesso l’evidente squilibrio di sangue). Ma perché dopo 75 anni dalla fine della guerra, ci si aspetterebbe almeno parità di trattamento tra gli eredi dell'una e dell'altra “tragedia” del ‘900. Anche se, lo diciamo senza remore, la soluzione migliore sarebbe quella di chiudere i conti col passato. E pensare al presente. Che col fascismo, il comunismo, il castrismo, eccetera eccetera non ha nulla a che vedere.

Il problema qui è che mentre ai post comunisti è permesso “scindere” tra il comunismo teorico e quello pratico (sempre che differenza vi sia), agli eredi del Movimento Sociale Italiano no. O condanni tutto dal manifesto di piazza Sansepolcro in poi, oppure resti quello dell’olio di ricino, della dittatura, della guerra con Hitler. Mentre i comunisti possono dissociarsi dalle purghe di Stalin, dai Gulag, da Budapest, Praga, dai Khmer Rossi, dalle stragi partigiane, dalle foibe di Tito, dagli omicidi di Ernersto ‘Che” Guevara, pur rivendicando l’idea che il comunismo significhi ancora “uguaglianza come uguale dignità” (cit. Bersani, 2021), per i post-fascisti nulla di tutto ciò è possibile. A destra “male assoluto” è l’unica declinazione possibile di ogni ragionamento. A sinistra invece è concesso affermare che “il comunismo è la trasformazione secondo giustizia della società” (cit. Berlinguer, 1980), pur conoscendo i crimini che il marxismo ha prodotto. Perché? Qualcosa non torna.

Solo una decina di anni fa (ripeto, una decina di anni fa), una ragazza proveniente dall’ex Unione Sovietica, nostra ospite, restò sorpresa dal fatto che potessimo permetterci di mangiare anche due banane al giorno, frutto lei sconosciuto se non attraverso il mercato nero. Il comunismo ha impoverito metà del mondo, e Bersani parla di "giustizia della società"? Nel 1980 Berlinguer disse: “Noi siamo comunisti. Lo siamo con originalità e peculiarità, distinguendoci da tutti gli altri partiti comunisti: ma comunisti siamo, comunisti restiamo”. Eppure a quel tempo la destalinizzazione di Chruščëv, con la denuncia di tutti gli orrori prodotti, era già in stato avanzato. Da quello che ci risulta, lì dove il comunismo è ancora oggi idea e sistema, la democrazia non brilla. Leggasi Cina.

I più ci contesteranno: ma la dittatura fascista in Italia c'è stata, il comunismo no. Vero. E allora? Seguendo questa logica, i suprematisti Usa sarebbero liberi di professarsi nazisti perché "da loro Hitler non c'è stato". Noi invece non dovremmo "condannare” i tifosi del jihadismo internazionale o Al Qaeda. E neppure gli studenti coranici in Afghanistan, Gheddafi in Libia, gli ayatollah in Iran. “Da noi non c'è mica mai stato il regime talebano”. Il ragionamento vi torna? Immaginatevi un imam che, parafrasando Berlinguer, dicesse: “Noi siamo jihadisti. Lo siamo con originalità, in modo diverso dai terroristi: ma jihadisti siamo, jihadisti restiamo”. Oppure figuratevi un leader religioso che, sulla falsariga di Bersani, ammettesse che, va bene, la lapidazione è un errore nell’applicazione pratica dell’idea islamista, però “la sharia garantisce uguaglianza come uguale dignità”. Come reagireste?

Ecco. Allora è arrivato il momento di fare una scelta. O ci mettiamo l'anima in pace, e consegniamo il fascismo e il comunismo alla storia. Oppure se chiediamo a FdI un'analisi quotidiana sull’eredità del Duce, è il caso di assicurare pari trattamento anche a Leu&co.

Dicano chiaramente che anche il comunismo, teorico, pratico, ideale o di regime, fu “il male assoluto”.

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