Famiglie, banche e big di Stato. Ecco chi guadagna

Prestiti meno cari e conti più solidi per le imprese

La sede di Fitch Ratings di Milano
La sede di Fitch Ratings di Milano
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Da Piazza Affari alle famiglie. La platea di chi ci guadagna con la promozione del rating italiano è vasta. Il governo può infatti emettere debito a un costo minore con riflessi significativi. "Sarà un percorso graduale - spiega Angelo Drusiani, advisor di Ersel, al Giornale - non solo grazie alla promozione al rating, ma anche e soprattutto grazie alla stabilità politica su cui può contare il Paese". Una più solida reputazione che si riflette su molti fronti e sui titoli quotati in Piazza Affari. Se lo Stato si finanzia a costi più bassi, anche le aziende italiane (in particolare le partecipate) beneficiano di condizioni più favorevoli.

Il cosiddetto ombrello sovrano riduce gli oneri del debito, in particolare, per le utility e le aziende regolate come Enel, Eni, Snam, Terna, Italgas e le controllate come Eni e Fincantieri che, di riflesso, vedranno un miglioramento del proprio profilo finanziario, con effetti positivi sui margini e sulla capacità di investimento.

Spinta rilevante anche per le banche, da Intesa Sanpaolo e Unicredit, da Mps a Banco Bpm che vedranno ridursi i costi di raccolta con conseguente aumento del valore dei portafogli di titoli di Stato che hanno in bilancio (spesso in percentuali rilevanti). Il pacchetto di titoli di Stato italiani più grande è quello di Unicredit con 47,6 miliardi, seguita da Intesa Sanpaolo, 30 miliardi. Accanto ai titoli degli istituti di credito, anche Poste Italiane e i grandi gruppi assicurativi come Unipol e Assicurazioni Generali potrebbero cavalcare il miglioramento della percezione del rischio-Paese, grazie al forte legame con i Btp.

Brindano poi le famiglie che possono avere accesso a prestiti con tassi più bassi e gli investitori in titoli di stato italiani (come i Btp), in quanto il loro valore tende a salire e il rischio di default a diminuire. In particolare, la scadenza del Btp a 10 anni è quella che performerà meglio perché legata al Btp Future che guida i processi di pricing, ma anche i titoli di Stato italiani con una duration lunga, come il 30 anni, sono destinati a rendere.

Dopo anni in cui lo spread è stato sinonimo di instabilità, il differenziale Btp-Bund è da tempo che quota sui minimi dal 2015, si preparava il terreno a questa promozione in parte quindi scontata già dal mercato.

"Non è un caso che le domande di titoli del Tesoro italiano da parte di banche, privati e investitori internazionali abbiano superato ogni volta i 100 miliardi di euro per singola emissione", spiega Drusiani. "Non era solo la stabilità politica ad attirare tanto interesse, ma la serietà dell'Emittente pubblico italiano, la qualità dei titoli in offerta e la sensazione, già da inizio anno in corso, che il grado di affidabilità italiano fosse sottovalutato".

A livello indiretto, poi, vale la pena sottolineare che una maggiore credibilità certificata dalle agenzie di rating rende il Paese più forte in alcune

partite chiave che riguardano l'Europa e l'instabile Francia: la governance in Stm, l'affare Armani, la costruzione di una Difesa europea che veda in primo piano le nostre aziende, le mire bancarie di Unicredit in Germania.

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