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Per Fassino pochi 5mila euro (ma tace sugli altri 7mila)

Show alla Camera. L'ex leader Ds sventola il cedolino: "Non è uno stipendio d'oro". Però i dati lo smentiscono

Per Fassino pochi 5mila euro (ma tace sugli altri 7mila)

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A sinistra, dal salario minimo al cedolino di cittadinanza. L'Aula della Camera approva a larghissima maggioranza l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia che ripristina il taglio dei vitalizi. Piero Fassino vota contro e protesta. Lo fa sventolando il cedolino con tutte le voci del suo stipendio da deputato. Quasi cinquemila euro al mese netti, che per il parlamentare del Pd «non sono uno stipendio d'oro». Punti di vista. Anche se poi è lo stesso Fassino ad ammettere che l'indennità degli eletti lievita vertiginosamente grazie a rimborsi per le spese e diaria.

«È stato un brutto scivolone, ovviamente non sono d'accordo con Fassino perché i deputati hanno un'ottima paga, lavoriamo tanto perché questo governo lavora tanto, ma siamo sicuramente ben pagati e non concordo affatto con questa affermazione avventata di Fassino», dice al Giornale Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d'Italia con un passato ormai lontano nel M5s, presidente della Commissione Lavoro a Montecitorio. A proposito di lavoro, Rizzetto conclude: «Penso che in un momento come questo, con tanti italiani in difficoltà, i deputati possono stare sufficientemente tranquilli, al netto della valutazione più o meno aurea del nostro stipendio».

Ma ecco Fassino, indignato durante la discussione sull'odg che conferma il calcolo contributivo della pensione anche per gli ex parlamentari. Una decisione che sconfessa la mossa di tre settimane fa del Consiglio di Garanzia del Senato, che aveva reintrodotto il vitalizio per i senatori che hanno concluso il proprio mandato prima del 2012. «Percepiamo 4.718 euro al mese. Si tratta certamente di una buona indennità, ma non è uno stipendio d'oro», dice Fassino in Aula a Montecitorio. Poi sventaglia il cedolino: «Questo è quello che ciascuno di noi riceve ogni mese». Infine, la conclusione, con tanto di rimbrotto ai colleghi: «Ogni qualvolta sentite dire che i deputati godono di stipendi d'oro non è vero».

Passa qualche ora e l'esponente del Pd smentisce se stesso in una nota, aggiungendo le altre voci dell'indennità parlamentare. «Ad ogni deputato è poi corrisposto un Fondo per l'attività parlamentare di 3.610 euro che utilizzo interamente per i compensi ai miei due collaboratori parlamentari - scrive Fassino - ogni deputato infine riceve una diaria mensile di 3.500 euro che devolvo al Pd nazionale e Veneto in misura di 2.500 euro per il sostegno alle attività politiche, utilizzando i restanti 1.000 euro a copertura delle spese per l'attività parlamentare». Il deputato dem ammette di guadagnare più di circa 5mila euro mensili. Perché la diaria, ad esempio, si legge sul sito della Camera, «è riconosciuta a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma». Mentre, per quanto riguarda il rimborso per l'esercizio di mandato, che ammonta a 3.690 euro mensili, è specificato che se il deputato non intende avvalersi di collaboratori la cifra viene corrisposta ugualmente: un 50% forfettariamente e un 50% per altre spese. A ciò vanno aggiunte le tessere gratis per gli spostamenti su qualsiasi mezzo e un forfettario «per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto utilizzato per i collegamenti con Roma». 3mila e 323 euro trimestrali se questa distanza è pari o inferiore a 100km, 3mila e 995 sopra i 100km. In più c'è un rimborso per le spese telefoniche pari a 1200 euro all'anno e vari rimborsi per prestazioni sanitarie. Complessivamente, considerate le varie voci, si può dire che Fassino abbia dimenticato circa 7mila euro.

Non è poi così grama la vita da deputato.

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