Ci vuol poco per sollevare un polverone e scatenare una bufera mediatica quando parlano i ministri Roccella e Nordio. Intervenendo alla Conferenza internazionale contro il femminicidio alla Camera dei deputati, la ministra della Famiglia dice che non c'è correlazione tra la diminuzione dei femminicidi e l'educazione sessuo-affettiva. Mentre il Guardasigilli si interroga sulla "secolare prevaricazione dell'uomo" e parla di "sedimentazione nella mentalità dell'uomo difficile da rimuovere".
Insomma partecipano a una conferenza ascoltando e proponendo dati. Eppure ogni loro parola finisce sulla graticola. E l'opposizione si avventa contro i due ministri accusandoli di tutto. Elisabetta Piccolotti (Avs) evoca addirittura retroscena con fantomatici accordi tra partiti di maggioranza per far passare il concetto che "i femminicidi diminuirebbero se le donne accettassero di tornarsene al loro posto". Il suo compagno di partito Angelo Bonelli ironizza con uno slogan: "Benvenuti nel Medioevo". Per poi perdersi anche lui in scenari piuttosto azzardati dove trova correlazioni tra le dichiarazioni dei ministri sul fenomeno dei femminicidi, le logge massoniche e le separazioni delle carriere dei giudici. Pure la deputata grillina Chiara Appendino attacca ad alzo zero i due ministri. "Sono parole che non spiegano la violenza: le danno un gigantesco alibi culturale. È oscurantismo e l'oscurantismo genera violenza". La violenza - le fa eco Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche - "non è un destino inevitabile bensì il fallimento di un'intera società". Seguendo i ragionamenti dei ministri, però, le polemiche sembrano alimentare soltanto la classica tempesta in un bicchier d'acqua. Il Guardasigilli, ad esempio, non giustifica il codice genetico dell'uomo e la sua "resistenza alla parità". Anzi. "Necessario - dice - intervenire con leggi e repressione e soprattutto educazione". Nel corso del suo intervento, poi, il ministro Nordio ricorda che è in via di approvazione la legge che sancisce che senza consenso esplicito è violenza. Con questa norma, sottolinea lo stesso ministro, "ascoltare la vittima diventerà un obbligo investigativo".
E la Roccella? La ministra della Famiglia spiega che non c'è relazione tra diminuzione dei femminicidi ed educazione sessuale. E porta dati oggettivi come quelli della Svezia dove l'educazione sessuale è ormai da tempo un baluardo della formazione scolastica ma dove i femminicidi sono maggiori che da noi.
"La sinistra vuole fermali o fare solo polemica?", si chiede la Roccella che ricorda poi come l'Onu abbia "definito la nuova legge italiana sul femminicidio un modello". E commenta amara: "A sinistra a volte sembra prevalere il fastidio nel vedere che questo governo è fra i più incisivi nell'azione contro la violenza".