Quegli insulti choc alla figlia della Meloni: gli odiatori non si fermano neanche davanti ai bambini

Sotto la foto che ritrae la piccola Ginevra con una mascherina da diavoletto gli haters si scatenano con le accuse: "Schiava degli Usa, nemica dei valori cristiani, satanista"

Quegli insulti choc alla figlia della Meloni: gli odiatori non si fermano neanche davanti ai bambini

Gli odiatori del web non risparmiano niente. E nessuno. Nemmeno i bambini. Di certo non la piccola Ginevra, la figlia di Giorgia Meloni, che può essere tirata in ballo nel tourbillon di livore digitale e mediatico ad ogni pie' sospinto. Tutto, purché si possa riuscire a colpire la leader di FdI.

È un rischio, purtroppo, in cui si incorre fatalmente quando si accettano le regole d'ingaggio della politica-influencing. Quando, cioè, ai messaggi politici si alternano le store di vita privata e personale dei leader di massa. È anche il motivo per cui Giorgia Meloni, che a mostrare la sua sensibilità umana e materna verso sua figlia non ha mai rinunciato, provvede ormai da anni ad oscurare il volto della piccola Ginevra, per proteggerla proprio da questo fenomeno: l'odio viscerale. Che in questo modo, almeno, resta confinato al web.

L'ultima sfilza di attacchi horror è piovuta sulla Meloni in occasione di Halloween, la vigilia di Ognissanti, quando i bambini ormai da almeno due decenni hanno iniziato anche in Italia a travestirsi con mascherine dark e vagabondare presso le porte dei vicini per chiedere "dolcetto o scherzetto". La festa, è innegabile, è un riflesso della tradizione popolare statunitense, dove Halloween è un fenomeno di culto che abbraccia da sempre cinema, tv, letteratura.

Utilizzando questo grimaldello socio-culturale, gli haters della Meloni, e conditi anche da un po' di fuoco amico, le hanno rimproverato la scelta di condividere una tenera foto che la ritrae in compagnia di Ginevra vestita da diavoletta. "Sei passata anche te con gli Usa? Siamo o no italiani?", "Non accetto questa festa americana", "E le tradizioni italiche?", "Prima le feste italiane", sono solo alcuni dei post degli utenti.

A ben guardare, è vero, l'origine di questa tradizione non è made in Usa bensì tutta europea. Perché l'usanza di esorcizzare il Male in concomitanza del 31 ottobre ha origini antichissime rintracciabili in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti. Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico. E solo dopo è approdata in America proprio grazie agli emigrati irlandesi.

Ma non è questo il punto. Perché certamente quello della Meloni non voleva essere un messaggio politico, né un inno ai costumi ancestrali del Vecchio Continente, men che meno un affronto alla "tradizione cristiana" come le rimproverano alcuni haters. O addirittura un omaggio al satanismo, come ipotizza qualche ebete che sotto al post linka un'intervista all'esorcista Padre Amorth secondo il quale: "Festeggiare Halloween è come celebrare il diavolo".

Giorgia Meloni, da sempre, vive la sua esperienza materna con pathos, come ha raccontato lei stessa in più occasioni. E complice il poco tempo a disposizione da dedicare a sua figlia per via dell'impegno in politica non è nuova alla condivisione di gioie di vita quotidiana in sua compagnia. Se proprio si volesse leggere qualche tipo di messaggio dietro un semplice ritratto di famiglia, sarebbe questo: in un Paese col tasso di natalità tra i più bassi d'Europa, e in cui l'istinto materno viene spesso represso sotto le incombenze della vita quotidiana, il leader di un partito col 20% dei consensi, oberata dagli impegni, sommersa dalle responsabilità, attenzionata da media e avversari politici e non, ha scelto comunque di diventare mamma e di crescere sua figlia nel modo più sano e naturale possibile per farla sentire esattamente come gli altri bambini.

Del resto, gli odiatori del web lo fanno per professione, e geneticamente incapaci di tenere la tastiera a bada si sarebbero scagliati contro la Meloni anche se avesse postato

un'immagine di sua figlia "al riparo" dai costumi di Halloween, accusandola magari di bigottismo o di stile familiare feudale o di nostalgia per l'autarchia fascista.

Una famiglia, magari, sarebbe il caso se la facessero anche loro.

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