Università uccisa dal dogmatismo

Non comprendere che le parole non sono pietre, e che nessuna opinione può uccidere o ferire, apre la strada ai peggiori regimi

Università uccisa dal dogmatismo
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L'uccisione di Charlie Kirk, diventato famoso organizzando confronti dialettici, ha riaperto la questione della libertà di parola. D'altra parte Kirk è stato eliminato perché, per molti, è ormai venuta meno la differenza tra un'idea (per quanto sgradevole sia ai nostri occhi) e un'azione.

La cosa non sorprende, dato che gli ordinamenti hanno accettato l'idea che si debba usare la legge contro quelli che vengono definiti "discorsi d'odio" e in qualche caso perfino contro teorie ritenute infondate: si pensi alle norme in tema di disinformazione. Non comprendere che le parole non sono pietre, e che nessuna opinione può uccidere o ferire, apre la strada ai peggiori regimi. Una volta venuto meno il confine, ad esempio, tra "dire cose marxiste" e "agire da marxista" (uccidere i borghesi, espropriare i proprietari, mettere in manicomio i dissidenti), non c'è più alcuno spazio per il pluralismo e il confronto; e certo non è una società libera quella in cui sia proibito sostenere le tesi del Capitale. Per giunta, una recente ricerca di FIRE (Foundation for Individual Rights and Expression, che in America si batte per la libertà di parola) ha mostrato come la maggioranza degli studenti americani ritenga che in università si debbano evitare confronti tra posizioni diverse. Dunque il report non solo evidenzia quanto il free speech sta declinando, ma che gli stessi studenti sono schierati a protezione dello status quo.

A ben guardare, è la fine delle università. Durante l'epoca medievale il metodo dialettico s'affermò quale strumento fondamentale. Se in genere la disputatio vedeva al centro un maestro che argomentava contro altre tesi, non mancavano in effetti spazi come nel caso della "disputatio de quodlibet" in cui il professore si sottoponeva alle obiezioni di colleghi e allievi. Né vanno dimenticate le "disputationes adversariae", in cui fautori di visioni diverse si sfidavano dinanzi al pubblico.

Le controversie teologiche o giuridiche venivano affrontate in una sorta di ring intellettuale. L'idea era che la conoscenza sia sempre imperfetta, ma a ciò s'aggiungeva la consapevolezza che il confronto generi un sapere nuovo. E nei secoli seguenti le società occidentali sono state libere quando hanno offerto la possibilità di una pluralità di pulpiti, quotidiani e televisioni, permettendo alle culture di esprimersi senza censure.

Uno dei tratti più tragici dell'omicidio di Kirk è legato al fatto che egli incarnava una forma di militanza a favore delle idee e del loro confronto. Proprio per questo è spiacevole, solo per fare un esempio, che il celebre comico Jimmy Kimmel abbia visto chiudere il suo programma dopo quanto ha detto su Trump.

La ABC è un'azienda privata, ma nella società di oggi i legami tra politici e business sono tali da indurre a pensare che egli stia stato messo da parte perché "ingombrante".

La morte di Kirk dovrebbe però aiutare tutti, al di là delle ideologie, a far rinascere la libertà d'espressione, e non già a sopprimerla sempre più.

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