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Ma la fine della luna di miele è lontana

La benzina, è noto, è un liquido altamente infiammabile. Gli italiani, anche questo è arcinoto, quando il prezzo del carburante va alle stelle danno in escandescenze e - giustamente - se la prendono con il governo.

Ma la fine della luna di miele è lontana

La benzina, è noto, è un liquido altamente infiammabile. Gli italiani, anche questo è arcinoto, quando il prezzo del carburante va alle stelle danno in escandescenze e - giustamente - se la prendono con il governo. È innegabile, dunque, che la situazione sia potenzialmente esplosiva. E su tutto questo c'è chi specula. E no, non stiamo parlando dei benzinai - che sono già sul piede di guerra e hanno annunciato uno sciopero proprio per scrollarsi di dosso la responsabilità dell'aumento dei costi -, ma di una certa sinistra, politica e giornalistica, che non vedeva l'ora che si presentasse la prima, inevitabile grana sul cammino dell'esecutivo per decretarne l'inizio della fine.

Così, i detrattori di Giorgia Meloni, possono finalmente dire che è finita la luna di miele tra il premier e gli italiani, che la prima e rovinosa breccia è stata aperta e che le percentuali bulgare sull'apprezzamento nei confronti del premier inizieranno inesorabilmente a essere erose. Non aspettavano altro dalla sera dello scorso 25 settembre e tra poco - è solo una questione di giorni - inizieranno a dire che il governo ha le ore contate. Anzi, qualcuno lo sta già facendo intuire.

Anche se non è così. La maggioranza, al netto di punti di vista legittimamente differenti, è ampia e solida. Al contrario l'opposizione naviga a vista, con un Pd che, come nella caricatura di un film di Nanni Moretti, litiga perfino sulla scelta del metodo con cui votare le primarie e quel che resta della sinistra naufraga tra le braccia di Giuseppe Conte che, come dimostrano le foto delle vacanze natalizie, è sempre più un avvocato d'affari (legittimamente) invece che l'avvocato del popolo.

Certo, quello delle odiosissime accise è un problema che peserà non poco sul groppone dell'esecutivo, ma pensare che una goccia di benzina faccia traboccare il vaso dell'esecutivo è esagerato. Ancor di più lo è cercare di inchiodare la Meloni a un video del 2019 in cui proponeva di sforbiciare le sopraccitate imposte. Un filmato di quattro anni fa, cioè prima della pandemia, della guerra tra Russia e Ucraina e della conseguente crisi energetica. È cambiato il mondo ed è cambiato il contesto e il governo deve scendere a patti con la realtà: cioè trovare una soluzione per arginare il caro carburante, pur avendo le casse dello Stato a secco. Certamente qualcuno non sarà soddisfatto, qualcuno protesterà e magari le forze della maggioranza perderanno anche qualche punto nei sondaggi: sono i normali guai di chi governa.

Ma i necrofori della sinistra possono stare tranquilli, è ancora troppo presto per fare il funerale all'esecutivo.

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