"L’Italia è sì un interlocutore dialogante e privilegiato della Russia ma senza arretrare di un passo dal fronte comune occidentale delle sanzioni imposte dopo l’inizIo della crisi Ucraina". Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in una intervista al Corriere della Sera, chiarisce la natura del ruolo che l’Italia ha con Mosca nel giorno in cui di Ucraina si tornerà a parlare al G7 di Elmau in Baviera. "I russi sanno bene che l’Italia non scarta rispetto alle decisioni della Ue o a quelle prese di comune accordo con gli Usa. Piuttosto è una voce influente che oltre a tenere il punto sull’Ucraina, insiste nel tenere aperto un canale di dialogo con Mosca. Non credo che alla Russia interessi tanto che l’Italia rompa con i suoi alleati, anche perché sa che non accadrà".
Il titolare della Farnesina poi prosegue: "L’Italia è consapevole e soddisfatta del rapporto privilegiato che viene dalla constatazione che l’Italia fa la sua parte al fianco degli alleati europei e americani con coerenza e fermezza, ma al tempo stesso non vuole chiudere il dialogo con Mosca. È una linea politica che ha una storia. È dagli Anni Sessanta che l’Italia accoppia fedeltà e lealtà con i suoi alleati a un rapporto speciale, intenso anche sul piano economico, con la Russia. Queste due cose insieme giustificano l’idea delle relazioni privilegiate. La cosa più interessante è che né loro, né noi lo intendiamo come rapporto che rompe con le nostre alleanze tradizionali".
Detto ciò Gentiloni dimostra equidistanza sgombrando il campo da equivoci sulla priorità per Mosca: "Credo che la Russia vada rassicurata su un punto e cioè che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non è una prospettiva realistica", anche se poi aggiunge, rispondendo alle accuse espresse da Vladimir Putin di atteggiamento aggressivo dell’Allenza ricordando che "fa parte della sua natura" il fatto che "la Nato difenda i propri confini. La ferita aperta dalla crisi ucraina va rimarginata, applicando gli accordi di Minsk, nell’interesse strategico dell’Europa e a mio avviso anche della Russia".
Gentiloni è poi fermo nello smentire "la ricostruzione che il presidente Putin fa della vicenda ucraina, come di un mix tra accerchiamento, complotto e golpe. Qualcosa sicuramente non ha funzionato nel rapporto con la Russia, quando si era alle soglie del Patto di Associazione tra Ue e Ucraina. Ma la crisi dipende completamente dalla reazione di Mosca, sia con l’annessione di fatto della Crimea, sia con il sostegno ai separatisti del Donbass. Questo riguardo al passato. Quanto al futuro, tutto dipende da Minsk. Purtroppo la tregua rimane fragile. E il freno di Mosca ai separatisti va dimostrato nei fatti. Molto resta ancora da fare su cessate il fuoco, ritiro delle armi pesanti, separazione delle parti, scambio dei prigionieri. Tuttavia so bene che la leadership ucraina è attesa a un compito difficilissimo: difendere contemporaneamente l’integrità del proprio territorio, fare le riforme economiche è costituzionali. La Russia deve sapere che l’Ue spinge perchè ciò sia fatto".
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