Flotilla, fine della crociera-show: sconfessata pure dalla Chiesa

Il cardinale Pizzaballa: "Non ha portato nulla a Gaza, ora si riparli della Striscia". In 12 ore intercettate 41 barche: nessun ferito nel blitz dei militari israeliani

Flotilla, fine della crociera-show: sconfessata pure dalla Chiesa

Alle due del pomeriggio di ieri era finito tutto. Le barche della Flotilla, che non hanno mai visto Gaza, neanche con il binocolo, sono state fermate dagli incursori di Marina israeliani e gli attivisti trasbordati a terra in attesa di espulsione. L'epitaffio sulla missione tutta politica e per niente umanitaria è arrivata dal cardinale Pierbattista Pizzaballa. "Avrei evitato un confronto così diretto, soprattutto pensando alla gente di Gaza" ha spiegato nel podcast Vivavoce di Chora Media, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che si era offerto di portare gli aiuti della Flotilla nella Striscia. Pizzaballa ha ribadito che l'operazione "non porta nulla alla gente di Gaza, non cambia la situazione. Spero che tutto si concluda nel modo più pacifico possibile e si possa tornare a parlare meno della Flotilla, col dovuto rispetto per le loro buone intenzioni. E più su quello che sta accadendo" nella Striscia.

Parole "sante", ma inascoltate dai cercatori di guai, che hanno ottenuto solo di innescare le piazze in Italia. La Shayetet 13, l'unità di corpi speciali della Marina israeliana, ha intercettato 41 barche della Flotilla in una missione durata 12 ore. Le ultime nella mattinata di ieri, senza provocare feriti. In alcuni casi sono stati utilizzati cannoni ad acqua e tutte le comunicazioni delle barche, prima dell'abbordaggio, venivano "silenziate" grazie a sistemi di disturbo elettronico. Poi arrivavano i commando sui gommoni, che salivano a bordo e senza sparare un colpo prendevano il controllo della barca con gli attivisti che avevano già indossato il giubbotto di salvataggio e alzavano le mani in segno di pacifica resa. Forse non è un caso che poco prima degli abbordaggi Hamas abbia lanciato cinque razzi da Gaza verso Ashdod, il porto di sbarco previsto per gli attivisti fermati, ma solo uno non è stato intercettato piombando in un'area deserta.

Il ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato le foto di attivisti sorridenti, compresa una delle più note, Greta Thunberg, che sembrava più provata degli altri. Fra i personaggi famosi fermati l'ex sindaco di Barcellona, Ada Colau, l'europarlamentare estremista francese Rima Hassan, nipote di Nelson Mandela. Fra le ultime barche a venire intercettate, la turca Mikeno, che non ha mai raggiunto le acque davanti a Gaza, nonostante gli annunci della Flotilla. La Shireen e la Summertime-Jong, con i team legali a bordo e probabilmente i personaggi del Comitato direttivo più vicini ad Hamas, hanno virato facendo rotta verso Cipro. In mare è rimasta indietro solo la Marinette per un guasto al motore. Però sarebbero salpate 45 imbarcazioni da Arsuz, nel sud della Turchia, con lo scopo di "dare sostegno alla Global Sumud Flotilla". L'operazione di intercettazione della più numerosa flotta di attivisti pro Pal ha coinvolto 16 navi da guerra israeliane. "La provocazione è finita. Nessuno della Flotilla è entrato in zona di guerra o superato il blocco navale" ha annunciato il ministero degli Esteri alle due del pomeriggio. I circa 450 attivisti, compresi gli italiani, sono stati trasferiti con un nave da sbarco nel porto di Ashdod, a circa 40 chilometri a nord della Striscia di Gaza. Poi trasferiti nel carcere di Ketziot, anche i parlamentari ed i giornalisti, per le procedure di identificazione ed espulsione.

Prima di venire abbordati gli attivisti hanno gettato i cellulari in mare per non compromettere i contatti. Se qualcuno rifiuterà l'espulsione sarà processato da un tribunale speciale di funzionari degli Interni per ingresso illegale.

I membri della Flotilla partiranno dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv fra lunedì e martedì con degli aerei charter diretti a Madrid e Londra. Secondo i legali "sembra improbabile" che "paghino per i voli di rimpatrio". Oltre al danno dei cercatori di guai si profila la beffa sulle spese dell'espulsione. Ieri sera poi è intervenuto il ministro Crosetto. "Ci saranno molte le discussioni giuridiche ma il blocco navale è stato considerato legittimo addirittura 10 anni fa dall'Onu, quando un blocco navale fu esercitato nei confronti di una barca turca e portò addirittura la morte di 10 persone".

Lo ha detto il ministro della Difesa a Diritto e Rovescio su Rete4. "Il tema non era la leggitimità... importante per noi era garantire la sicurezza di tutte le nostre persone e dopo che gli aiuti che volevano portare arrivassero", ha aggiunto.

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