
Transizione energetica, fuga dei cervelli e il Pnrr sono alcuni dei punti chiave su cui puntare per ridare slancio al processo di ammodernamento delle nostre infrastrutture. Ed è su questi temi che si sono concentrati i relatori della tavola rotonda, organizzata dal Tempo e ospitata nella cornice degli Horti Sallustiani di Roma. A fare gli onori di casa il direttore del quotidiano romano Tommaso Cerno. A parlare di trasformazione del futuro del Paese e delle sue infrastrutture il ministro il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti (nella foto con Cerno). "Sul Pnrr abbiamo lavorato per imprimere un'accelerazione che consentisse all'Italia di conseguire un risultato di grande rilievo - spiega il ministro rispondendo alle domande di Cerno -. Anche in Europa c'è molta attenzione sull'esito del Pnrr italiano, poiché rappresenta il programma con il più alto ammontare di risorse economiche".
"Il Piano non è soltanto un insieme di interventi di spesa - precisa il ministro -, ma comprende anche un ampio pacchetto di riforme strutturali. La riduzione dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione, ad esempio, costituisce già un importante passo avanti, che si traduce in un vantaggio concreto per le imprese. Il Pnrr infatti è un piano in movimento: un progetto dinamico che richiede tempi, strumenti e misure adeguate per giungere alla sua piena realizzazione". E tra le opere che per prime sperimenteranno questo rinnovamento nella gestione del progetti e dei cantieri c'è ovviamente il Ponte sullo Stretto. E proprio per parlare dell'importanza strategica di questa opera che ha voluto essere presente, se pur in collegamento video anche il vicepremier e ministro per le infrastrutture, Matteo Salvini. "Si tratta di un'opera di cui si parla da molto tempo ed è un onore che oggi sia finalmente in dirittura d'arrivo sotto il mio ministero - sttolinea il leader della Lega -. Grazie a questo progetto possiamo contrastare il fenomeno della fuga dei cervelli: ingegneri e professionisti italiani lavoreranno su un grande progetto italiano, non a Dubai o in Giappone". Nel quadro di sviluppo economico una forte spinta deve arrivare anche dalla transizione energetica, come ricorda Claudia Squeglia, che per Eni si occupa di investimenti pubblici e mercato italiano. "In Europa, il tema energetico è stato oggetto di una normativa molto dettagliata, che negli ultimi anni ha posto grande attenzione alla decarbonizzazione - spiega -.
Tuttavia, è stato solo con lo scoppio della guerra in Ucraina che si affermata con forza la questione della sicurezza energetica, un aspetto altrettanto cruciale. Oggi dobbiamo essere pienamente consapevoli che la sicurezza energetica è importante tanto quanto la decarbonizzazione".