Putin sceglie: asse del male con Hamas

Il compleanno di Vladimir Putin cade il 7 ottobre. 71 anni compiva quel giorno

Putin sceglie: asse del male con Hamas
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Il compleanno di Vladimir Putin cade il 7 ottobre. 71 anni compiva quel giorno. Sarà stato perché era tutto preso in festeggiamenti che, quando in Israele si è consumata la maggiore strage di ebrei dai tempi della Shoah, ha aspettato tre giorni prima di dire un paio di cose senza peso, dando subito la colpa agli Usa del fatto che in Medioriente le cose non vadano bene; poi, ha invitato subito dopo a Mosca i rappresentanti di Hamas e anche quelli iraniani. La strada era scelta, e l'ha perseguita in modo intensivo. Spiegava Sergei Markov, ex consigliere del Cremlino: «La Russia sa che gli Usa e l'Ue hanno sostenuto sempre Israele, ma oggi (per Putin) esse incarnano il male. La Russia non sarà in nessun caso nello stesso campo. Il maggiore alleato di Israele sono gli Usa, oggi peggior nemico della Russia. E l'alleato della Russia è l'Iran» con i suoi proxy Hamas, Hezbollah e Houthi.

Putin ha visto nella data storica del 7 ottobre un'occasione per fare grandi passi verso l'obiettivo fondamentale: porre fine al sistema che vive secondo i principi di libertà e di diritti umani, per sostituirlo con un sistema di dominio della Russia, un mondo autocratico in cui forse ancora non capisce quanto gli costerà la spartizione con l'Islam. Sarà il mondo di Putin e Hamas. Putin odia essere ritenuto un antisemita, questo disturba il suo vezzo di chiamare nazisti gli ucraini, quindi ha anche lodato la comunità ebraica russa. Ma ieri si è finalmente presentato al mondo come il capo dei nemici di Israele fino alla distruzione, come un vero sostenitore di Hamas. Ha osservato bene come le maggioranze automatiche dell'Onu, le sue istituzioni antisemite e corrotte rovesciano la storia facendo di Netanyahu Sinwar, e attribuendo a Israele assurdi intenti genocidi. Putin sente che la debolezza di Biden non dona all'alleanza occidentale, e che proprio gli Usa masochisticamente mettono in bilico la giusta guerra di Israele. Ha dunque parlato come un libro stampato...da Hamas: la guerra di Israele è «una distruzione totale della popolazione civile», la situazione è frutto «di un fallimento totale degli Stati Uniti». La risposta la troverà Putin, perché «la Russia cerca sempre la pace» ma il ruolo centrale spetta a un Paese mediorientale, dice Putin, e lo assegna al leader che ha dichiarato Netanyahu uguale a Hitler: Erdogan. Il compito risolutorio è l'istituzione di uno Stato Palestinese: ricorda con orgoglio che già ai tempi dell'Urss era stata quella la scelta russa.

E qui allarga l'arco delle sue alleanze, per esempio alla Spagna che in queste ore si è unita al Sudafrica nell'accusare Israele di genocidio all'Icj. Intanto Hamas non accetta nessun accordo in cambio dei poveri ostaggi: anche questo in nome della pace, ma dove, ma quando? In qualsiasi posto, in qualunque Paese.

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