E adesso si tratta soltanto di tirare le fila: e stabilire se per il feroce assassinio di Chiara Poggi bisogna portare alla sbarra un accusato diverso dall'uomo che da dieci anni è chiuso nel carcere di Bollate, l'ex fidanzato della vittima Alberto Stasi. Secondo quanto risulta al Giornale, la Procura della Repubblica di Pavia è pronta a chiudere l'indagine che da quasi un anno vede sotto accusa Andrea Sempio, l'amico del fratello minore di Chiara, Marco Poggi. Nella massa quasi incalcolabile di nuovi elementi emersi durante gli ultimi mesi, i pm guidati dal procuratore Fabio Napoleone e dal suo vice Stefano Civardi sono convinti di avere raggiunto tutti gli elementi raggiungibili a 18 anni dal delitto. In teoria, i termini di riapertura delle indagini consentirebbero ai pm di continuare a scavare fino al giugno 2026 ma Napoleone e i suoi vogliono rispettare i diritti di Sempio, che non può ritrovarsi esposto all'infinito a una accusa da ergastolo; e poi c'è la pressione ormai quasi insostenibile dei media; e, soprattutto, ormai è stato fatto tutto ciò che si poteva fare per arrivare alla verità.
Il pressing della Procura è adesso tutto concentrato sull'ultimo spezzone di accertamenti: la consulenza medico legale affidata alla anatomopatologa Cristina Cattaneo, cui in agosto è stato chiesto di ricostruire - alla luce delle nuove scoperte - l'aggressione e la morte di Chiara. Il lavoro della Cattaneo è in corso ormai da quasi quattro mesi, l'unico passaggio pubblico è stata la convocazione di Sempio il 24 ottobre all'istituto di medicina legale per misurarlo al computer e mettere al confronto i suoi dati, mai rilevati durante le indagini precedenti, con la traiettoria dei colpi inferti alla giovane la mattina del 13 agosto 2007. Per ricostruire la direzione dei colpi e la posizione dell'assassino la Cattaneo ha avuto a disposizione la consulenza del Ris di Cagliari sulla Bpa, le tracce di sangue documentate sulla scena del crimine dalle fotografie dei carabinieri, e le fotografie della autopsia eseguita a ridosso del crimine dal medico legale Marco Ballardini. Sulla base di anticipazioni non smentite, la Cattaneo avrebbe dilatato la durata complessiva dell'aggressione, che sarebbe incompatibile con la presenza di Alberto Stasi sulla scena del delitto: alle 9,35, quando Stasi è sicuramente a casa propria collegato al pc, Chiara era ancora viva. La Procura di Pavia vuole che la Cattaneo metta nero su bianco il prima possibile le sue conclusioni, poi al colonnello Andrea Berti, comandante del Ris di Cagliari, verrà chiesto di realizzare una nuova Bpa, incrociando quanto già emerso con la dinamica ricostruita dalla Cattaneo.
Morale: entro il mese prossimo la Procura di Pavia deciderà
se chiedere l'archiviazione o avviare l'iter per portare Sempio a processo. E in tal caso verranno finalmente disvelati gli indizi a suo carico che non possono certo limitarsi alle impronte digitali o alle tracce di Dna.