Guerra in Israele

Gaza, pronto l'attacco totale. La grande fuga dei palestinesi: "Hamas blocca l'evacuazione"

"Questo potrebbe essere il mio ultimo video". Con le lacrime agli occhi, Elizabeth El-Nakla, infermiera scozzese di origini palestinesi e suocera del premier scozzese Humza Yousef, parla dal sud di Gaza

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«Questo potrebbe essere il mio ultimo video». Con le lacrime agli occhi, Elizabeth El-Nakla, infermiera scozzese di origini palestinesi e suocera del premier scozzese Humza Yousef, parla dal sud di Gaza. Dopo la visita ad alcuni parenti, si trova intrappolata nell'area verso la quale si stanno muovendo, fra ingorghi di auto e code di civili a piedi, centinaia di migliaia di palestinesi su un totale di 1 milione e 100mila che vivono nel nord della Striscia. Un esodo disperato. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un incontro con i soldati ai confini con la Striscia ha confermato indirettamente che l'invasione di terra è imminente: «Siete pronti? - ha chiesto ai militari - La prossima fase sta arrivando». L'esercito israeliano ha fatto sapere che «sta completando i preparativi per un attacco coordinato via cielo, mare e terra, con un'enfasi su una significativa azione via terra».

Dopo la richiesta di evacuare il nord in 24 ore, una finestra scaduta ieri, e dopo un'altra giornata di attacchi «su larga scala» contro obiettivi di Hamas a Gaza, le forze armate di Israele hanno annunciato la creazione di due corridoi umanitari dal nord al sud della Striscia, tra le 10 e le 16 di ieri, per consentire alla popolazione di fuggire in sicurezza. «I civili non sono nostri nemici e non li prendiamo di mira», spiega il tenente Conricus, portavoce dell'esercito. «Stiamo cercando di evacuarli per ridurre al minimo il rischio».

Ma la situazione umanitaria è drammatica nella Striscia. Un'auto di civili, con bambini a bordo, è stata colpita dai raid mentre tentava la fuga. Il valico di Rafah, al confine con l'Egitto, è ancora chiuso. Da Gaza, dove si trovano 126 ostaggi israeliani di Hamas, non si esce. Bloccati anche i cittadini americani, nonostante l'accordo con l'Egitto per consentire di lasciare la Striscia attraverso il valico. Le autorità egiziane temono un'ondata di profughi e chiedono l'ingresso di aiuti alla Striscia. Aiuti che l'Ue annuncia di triplicare a 75 milioni.

I palestinesi del nord fuggono, ma non a chiunque è possibile, quelli del sud tremano per una situazione esplosiva. «Tutti si spostano dove siamo noi - spiega la suocera del premier di Edimburgo dalla Striscia - Un milione di persone in arrivo senza cibo, né acqua e ancora li bombardano mentre partono, dove li metteremo? Ma il mio primo pensiero - dice Elizabeth El-Nakla, da ex infermiera - è per tutti quelli che sono in ospedale e non possono essere evacuati. Dov'è l'umanità? Che Dio ci aiuti». Un chirurgo scrive dall'ospedale di Shifa, a Gaza: «L'edificio è pieno di famiglie sfollate. Dormono sul pavimento, ovunque». E avverte: «L'affollamento porterà a un'epidemia». Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, denuncia: «L'evacuazione è molto pericolosa e impossibile da rispettare». A lui ha scritto il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, accusando Israele di «crimini di guerra», per poi spiegare che «i palestinesi sono radicati. Non lasceranno mai il loro territorio» e infine ringraziare Il Cairo per aver impedito «l'immigrazione da Gaza in Egitto». L'esercito israeliano taglia corto: «È Hamas che impedisce ai palestinesi di evacuare la zona, mandando messaggi o bloccandoli sulla strada». E si rivolge direttamente ai civili: «Hamas vi vuole tenere come scudi umani».

Gli appelli per la popolazione di Gaza si moltiplicano. Dopo oltre 2200 morti, 12 Ong, tra cui Oxfam, chiedono a Israele di revocare l'evacuazione. I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme denunciano «il livello drammatico di morte e distruzione a Gaza» e lanciano un appello: «Chiedere a 1.1 milioni di persone, compresi i membri delle nostre comunità cristiane, di trasferirsi nel sud entro 24 ore non farà che aggravare una catastrofe umanitaria già disastrosa. Molti civili a Gaza ci hanno detto che non esistono modi realistici per farlo.

Chiediamo a Israele, con il sostegno della comunità internazionale, di consentire l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza».

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