"A Genova ci hanno puniti, serve comunicare meglio"

Il governatore ligure Marco Bucci: "Abbiamo creato 40mila posti di lavoro, ma i cantieri per 6 miliardi causano disagi"

"A Genova ci hanno puniti, serve comunicare meglio"
00:00 00:00

I cantieri sotto casa. Polvere e rumore. «Non ho avuto il tempo di svolgere analisi approfondite del voto - spiega Marco Bucci, presidente della Regione Liguria - ma forse sono i cantieri ad averci penalizzato». Il giorno dopo, il centrodestra fa i conti con la sconfitta. Forse attesa, ma non con queste proporzioni. E cerca di capire cosa è andato storto. Bucci, col suo stile ruvido, viene subito al punto: «Genova è tutta un cantiere e una successione di gru. Sono in corso lavori per sei miliardi. Stiamo cambiando il volto della città».

Immagino ne sia orgoglioso.

«Certo».

Ma che c'entra questo con la vittoria di Salis?

«La gente deve affrontare piccoli sacrifici, magari per un certo periodo è prigioniera di quella strada e deve compiere una gimkana per raggiungere un determinato posto».

Quindi vi hanno punito?

«Certamente alla lunga prevarranno solo i benefici, ma nel breve periodo le difficoltà possono creare disagio e disaffezione».

Il centrodestra ha sbagliato candidato?

«No, per niente. Piciocchi sarebbe un ottimo sindaco».

Sono venuti meno i partiti?

«No, pensavamo di vincere».

Avete pagato l'inchiesta su Toti?

«Questo non lo so».

Insomma, come spiega il ko al primo turno?

«Faremo una riflessione. Però non credo che abbiamo commesso errori. Ci siamo impegnati e forse la voglia di strafare ci ha nuociuto. I fatti sono sotto gli occhi di tutti: in otto anni il reddito pro capite è aumentato da 27 a 38 mila euro, e in città sono stati creati 40 mila posti di lavoro. Per la prima volta, dopo un trentennio di triste discesa, gli abitanti della nostra città hanno ripreso a salire. Genova è più attrattiva, questo ce lo riconoscono tutti».

Ma allora perché anche alle Regionali lei, pur vincendo era andato sotto di otto punti rispetto a Orlando?

«È vero. Già alle Regionali sì notava la falla».

Ha sbagliato Bucci a candidarsi?

«No, la Regione vale più del Comune. È in Regione che si difendono le scelte della città».

Il centrosinistra ha battezzato nel successo il campo largo?

«Uniti si vince, questa è lezione. La domanda successiva è semplice: cosa faranno?»

Lei cosa risponde?

«Si divideranno sul programma e si spaccheranno? Oppure Salis riuscirà a tenere insieme i pezzi della coalizione? Staremo a vedere».

Sarà guerra Salis-Bucci?

«No, io sono e sarò istituzionale. Nessuna guerra, ci mancherebbe. L'importante è che portino avanti le opere pubbliche su cui invece sono indecisi o, peggio, contrari».

In pratica il centrosinistra dovrebbe farsi dettare l'agenda dal centrodestra?

«No, però la neo sindaca è chiamata a dire sì o no ad opere attese da molto tempo: le nuove linee della metropolitana, la riqualificazione dello stadio di Marassi, il nuovo ospedale di Galliera. Io spero che vada avanti e collabori per tenere alto il nome della città. Immagino non voglia tornare alla decrescita felice e a quei modelli pensati sul piano inclinato del declino».

Qualcuno pensa che l'ingresso a Genova spalancherà al centrosinistra la strada per Roma.

«Ma no. Giorgia Meloni continuerà a governare per i prossimi anni. Nessun contraccolpo sul governo nazionale. Semmai».

Semmai?

«Forse dobbiamo imparare a comunicare meglio il nostro percorso. Tutti gli indicatori di questi anni sono straordinariamente positivi. Abbiamo invertito un trend negativo e ora siamo alla vigilia di un altro appuntamento cruciale: l'arrivo sotto la Lanterna dell'alta velocità nel 2027. Genova cambierà ancora e scopriremo nuove opportunità. Ora Silvia Salis è a un bivio».

Quale?

«Deve scegliere se proseguire nel completamento di un progetto ambizioso di rinascita della metropoli. I cantieri passano, le opere restano. Io sono pronto a rimboccarmi le maniche e alla massima collaborazione».

Ma se Salis dovesse affermare una linea di discontinuità con il modello costruito dal centrodestra?

«Sarebbe un peccato, soprattutto per la città e i suoi abitanti. Ma voglio pensare che non succederà».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica