Giorgia apre la "campagna d'autunno". "Estensione della Zes alle Marche"

Premier e vice ad Ancona per sostenere la corsa di Acquaroli. Il volo in elicottero con Tajani e i dolci di Saied. Oggi sarà in Serbia

Giorgia apre la "campagna d'autunno". "Estensione della Zes alle Marche"
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nostro inviato ad Ancona

Partenza dalla base militare della Cecchignola e arrivo alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Circa 50 minuti di elicottero durante i quali Giorgia Meloni approfitta dell'occasione per consegnare un cadeau ad Antonio Tajani nel giorno del suo 68esimo compleanno: una piccola torta e i pasticcini che le aveva regalato qualche giorno fa il presidente tunisino Kaïs Saïed in occasione della sua visita a Tunisi. Di regionali, invece, i due parlano poco, giusto il minimo indispensabile in vista dell'imminente appuntamento anconetano in cui la premier e i due vicepremier presentano gli "Interventi del governo per le Marche".

Tecnicamente un appuntamento istituzionale, di fatto l'apertura della campagna elettorale per le regionali, destinata a durare per i prossimi quattro mesi. Prima della fine dell'anno, infatti, al voto, non andranno solo le Marche ma anche Calabria, Campania, Puglia, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto. Che è il vero nodo da sciogliere, visto che ancora non si è deciso se il successore di Luca Zaia sarà un leghista o un esponente di Fratelli d'Italia. Una decisione che, in parte, condiziona anche la definizione delle candidature in un'altra regione di peso, cioè la Campania. Di tutto questo, però, Meloni e Tajani non parlano. E non tanto perché sull'elicottero manca Matteo Salvini (che con l'evento di Ancona si collega da remoto), quanto perché una soluzione del rebus veneto sembra ancora lontana. Non arriverà prima di Ferragosto, probabilmente anche a fine mese. "Ora dobbiamo pensare a Calabria, Marche e Valle d'Aosta", dice infatti Tajani a lasciare intendere che per le altre regioni c'è ancora tempo.

La corsa, dunque, parte da Ancona. Con un evento istituzionale che già dai primi interventi ha il sapore della campagna elettorale. Se Meloni evita qualsiasi riferimento al voto e Antonio Tajani si dilunga nell'elogio del marchigiano doc Giacomo Leopardi, Salvini è decisamente più tranchant e punta dritto su Matteo Ricci, l'eurodeputato dem candidato governatore contro l'uscente Francesco Acquaroli, cresciuto alla scuola di Colle Oppio proprio insieme alla premier. "Vinceremo le elezioni nelle Marche - dice il leghista - non per le vicende giudiziarie di Ricci e del Pd, di cui ci interessa meno che zero, ma per quello che abbiamo fatto in regione in questi cinque anni".

Il jolly, però, lo gioca Meloni nell'intervento conclusivo (nonostante Tajani decida di bruciargli l'annuncio). La premier, infatti, fa sapere che nel pomeriggio il Consiglio dei ministri approverà il disegno di legge per allargare la Zona economica speciale (Zes) anche a Marche e Umbria, il che vuol dire accesso ad agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative finora riservate solo a Sud e Isole. Un volano per le economie "in transizione", merito - dice la premier ringraziandolo - del ministro per gli Affari europei Tommaso Foti che "ha trattato" con Bruxelles. Applausi scroscianti nella sala gremita di sindaci in fascia tricolore e amministratori del centrodestra.

L'evento si conclude in poco più di un'ora, Meloni lascia la Mole Vanvitelliana sullo stesso elicottero con cui è arrivata per andare a tagliare il nastro dell'avvio dei lavori della Pedemontana Sud. Si trattiene, invece, Tajani. La processione degli esponenti locali di Forza Italia è interminabile, così come le richieste di foto. E alla fine scatta pure il coro "tanti auguri a te".

Ancona, dunque, tiene a battesimo la campagna elettorale che in autunno porterà al voto oltre venti milioni di italiani. Con Meloni che nei prossimi mesi alternerà appuntamenti elettorali a una fitta agenda di impegni internazionali. Già stasera è attesa a Belgrado dove sarà ospite a cena del presidente serbo Aleksandar Vucic.

Sul tavolo, ovviamente, il processo di adesione della Serbia a Ue e Nato, un fronte su cui la premier si sta spendendo da tempo nella convinzione che sia la migliore risposta diplomatica alle mire espansionistiche di Vladimir Putin.

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