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Il giorno della speranza alle Molinette di Torino: 24 trapianti in 100 ore

Grande sforzo tra il 20 e il 24: impiantati 12 reni, 9 fegati, due polmoni e un cuore

Il giorno della speranza alle Molinette di Torino: 24 trapianti in 100 ore

Cento ore per salvare tante vite. Una vera maratona della speranza quella che si è svolta nei giorni che hanno preceduto il Natale all'ospedale Molinette di Torino. Dalla mattina del 20 dicembre al pomeriggio del 24 sono stati effettuati i trapianti di ben ventiquattro organi, con una media di un organo impiantato ogni quattro ore, anche se non è bello trattare questioni così delicate come fossero primati sportivi.

Epperò lo sforzo compiuto dai medici dell'ospedale torinese merita di essere celebrato. Nelle cento ore in questione hanno cambiato «padrone» dodici reni, due polmoni, un cuore e nove fegati. Proprio questi ultimi hanno richiesto un grande sforzo: sei di essi hanno infatti richiesto l'utilizzo di tecniche di ricondizionamento con macchine da perfusione «ex situ» prima di poter essere impiantati con successo nei riceventi e questo a causa delle condizioni estreme in cui il trapianto è avvenuto: si trattava infatti in due casi di fegati provenienti da donatori a cuore fermo, in de casi di fegati con aspetti di steatosi epatica e infine di due fegati prelevati da donatori molto anziani. Anzi, in un caso si è trattato di un vero record, almento per Torino e per il Piemonte: il donatore aveva infatto 97 anni. Un caso estremo, certo, ma anche la dimostrazione che la donezione degli organi è possibile anche in tarda età. In questo caso il fegato è andato a una ricevente di 32 anni più giovane con i suoi 65 anni. Nel centro trapianti di fegato, diretto da Renato Romagnoli, le sale e le équipe sono rimaste attive praticamente a ciclo continuo, nel tentativo di fare un regalo di Natale straordinario al maggior numero possibile di persone. L'utilizzo di macchine da perfusione «ex situ» di fatto consente agli organi di essere rigenerati durante la fase di preservazione dopo il prelievo sul donatore e di rimanere perfettamente vitali fino al momento della riperfusione sul ricevente.

Superlavoto anche al centro trapianti di rene diretto dal professor Luigi Biancone, dove sono stati eseguiti dodici trapianti a beneficio di undici pazienti, visto che in un caso due reni sono stati impiantati allo stesso ricevente. In otto casi si trattava di pazienti classificati dal centro nazionale trapianti in stato di priorità per le loro gravi condizioni cliniche. Ben sette dei reni hanno beneficiato di un trattamento «ex situ» con nuove tecniche di perfusione ipotermica ossigenata he sfrutta il fatto che i reni, a differenza di altri organi, non soffrono tanto l'ipotermia (che anzi contribuisce a raffreddare anche gli agenti infiammatori) quanto l'assenza di perfusione continua all'interno della loro finissima rete di filtri (circa un milione per ogni rene).

Infine il gruppo di professionisti del centro trapianto organi toracici diretto dal professor Mauro Rinaldi ha eseguito un trapianto di cuore e un trapianto bi-polmonare.

I due trapianti di fegato e i due trapianti di rene resi possibili grazie ai cosiddetti donatori a cuore fermo sono operazioni molto complesse e attualmente possibili in pochi ospedali in Italia, tra i quali le Molinette di Torino, dove il programma è in pieno sviluppo sotto la guida della dottoressa Marinella Zanierato.

La maratona è stata resa possibile dallo sforzo dei chirurghi, delle loro équipe, delle équipe anestesiologiche e del personale infermieristico, dal coordinamento regionale trapianti Piemonte-Valle d'Aosta e dal coordinamento regionale prelievi. Ma soprattutto dai donatori e dalle loro famiglie, di tutte le parti d'Italia.

Perché l'amore non ha passaporto.

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