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Migranti, Musumeci non cede. Pronto il ricorso del governo

I giallorossi esaminano gli atti per procedere all'impugnazione in tempi brevi. Il governatore siciliano diffida i prefetti

Migranti, Musumeci non cede. Pronto il ricorso del governo

Il clima di scontro tra Stato e Sicilia non accenna a calare. Anzi, con il passare del tempo si fa sempre più rovente. Anche perché il governo è pronto a impugnare, già nelle prossime ore, l'ordinanza che porta la firma di Nello Musumeci: fonti dell'esecutivo fanno sapere che al momento si stanno esaminando gli atti per poi procedere all'impugnazione a stretto giro. La decisione, spiegano, è stata presa dopo un attento esame di tutti gli atti e le norme dell'ordinamento. Continua così l'assalto contro il provvedimento del governatore della Sicilia mediante cui ha disposto la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza.

Nelle scorse ore il ministero dell'Interno aveva accusato il presidente di aver intrapreso una scelta che non rientrerebbe nelle sue possibilità decisionali. Musumeci ha invece puntato il dito contro il Viminale che, a suo giudizio, vorrebbe creare una sorta di campo di concentramento. Nella serata di ieri Ruggero Razza ha firmato una circolare "urgentissima" per l'esecuzione dell'ordinanza: l'assessore alla Salute l'ha indirizzata alle Aziende sanitarie proviciali e alla prefetture, stabilendo così "una celere ricognizione e puntuale indicazione del numero dei soggetti migranti, attualmente ospitati all'interno dei centri di accoglienza/hotspot insistenti sulla provincia di pertinenza, o altro genere di strutture eventualmente interessate dalle disposizioni dell’ordinanza regionale".

Ma Musumeci tira dritto

Il governatore lo aveva promesso: "Andremo avanti". E infatti ha inviato una nota di diffida alle autorità competenti (ovvero le Prefetture) per l'esecuzione della propria ordinanza emanata lo scorso 22 agosto. Nel documento viene richiesto, tra le altre misure, di illustrare il cronoprogramma del progressivo svuotamento degli hotspot "per le gravi ragioni di promiscuità e assembramento in cui sono costretti gli ospiti". Musumeci ha chiesto di dare rapida esecuzione al provvedimento, tenuto conto anche dell'enorme numero di migranti attualmente presenti "senza alcun distanziamento e pregiudizio della loro salute, nell’hotspot di Lampedusa".

Intanto il livello dello scontro tra Roma e Palermo si alza. Il renziano Davide Faraone ha denunciato il presidente siciliano e Matteo Salvini per procurato allarme, abuso d'ufficio e diffamazione. Il presidente dei senatori di Italia Viva ha presentato un esposto alla Procura di Agrigento poiché in tal modo vorrebbe difendere la Sicilia "dagli sciacalli" visto che - a suo giudizio - il pugno duro di Musumeci e le parole dell'ex ministro dell'Interno "nuocciono gravemente all’economia della Sicilia e alle tasche dei siciliani. Alla fonte primaria della ricchezza dell’isola: il turismo".

Salvini è tornato a parlare della Sicilia in serata. L'ex capo del Viminale ha detto che "quello di Musumeci è un bellissimo segnale, non solo il suo, ci sono tanti sindaci di diversi schieramenti politici. Rimanendo in Sicilia, penso al sindaco di Trapani del Pd, piuttosto che al sindaco di Augusta dei Cinquestelle che hanno detto no, basta, è troppo".

E il leader della Lega ha ribadito di ritenere giusto che il governo sia processato per "favoreggiamento dell’immigrazione clandestina".

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