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Grillo choc a Palermo: "La mafia aveva una morale, andrebbe quotata in Borsa"

Solito show del comico: inneggia alla mafia e arriva a difendere il voto di scambio

Grillo choc a Palermo: "La mafia aveva una morale, andrebbe quotata in Borsa"

"La mafia aveva una sua morale e andrebbe quotata in Borsa". Nel giorno in cui si chiudono gli Stati generali dell’Antimafia e due giorni prima della deposizione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, Beppe Grillo lancia la solita provocazione choc. Lo fa a Palermo, forse nel tentativo grossolano di sfilare la "prima pagina" alla Leopolda del premier Matteo Renzi.

In Sicilia per lo #sfiduciaday contro il governatore Rosario Crocetta, il comico genovese prima dice che la mafia "aveva una sua morale", ma "è stata corrotta dalla finanza". Poi, consiglia di "quotare la mafia in Borsa" in modo da guadagnarci qualcosa sopra. Quindi, sottolinea come, ora, nelle "organizzazioni criminali ci siano solo magistrati e finanzieri". Infine difende Riina e Bagarella: "Hanno impedito loro di andare al Colle (per la deposizione di Napolitano ndr) ma per proteggerli: hanno già avuto il 41 bis, un Napolitano bis sarebbe stato troppo...". Tutte dichiarazioni, comprese quelle rivolte al presidente della Regione siciliana ("Firmate ai banchetti per la sfiducia a questo qui e lo mandiamo via questo qui non si capisce cosa sia sotto ogni punto di vista...") che fatto subito gridare allo scandalo.

"Le sue - commenta il presidente dell’Udc, il siciliano Giampiero D’Alia - sono dichiarazioni deliranti che si commentano da sole". Ma non è che, per caso, "sta chiedendo con modo antico i voti a Cosa Nostra?". Duro anche il commento del vicepresidente dei senatori piddì Claudio Martini: "Basta offendere le istituzioni, Grillo vaneggia. Ma lasceremmo volentieri Grillo ai suoi vaneggiamenti - aggiunge - se non fosse che non possiamo accettare le continue offese alle istituzioni e al Capo dello Stato. Mi auguro che la consapevolezza che si sta facendo avanti in molti degli eletti del M5S diventi sempre più lucida: non si può accettare che in un momento di difficoltà del paese ci sia qualcuno che pensa solo a insultare chi, in questi anni, ha garantito la tenuta del nostro Paese".

L'affondo di Grillo è davvero pesante. "La mafia è stata corrotta dalla finanza, prima aveva una sua condotta morale e non scioglieva i bambini nell’acido. Non c’è differenza tra un uomo d’affari e un mafioso, fanno entrambi affari: ma il mafioso si condanna e un uomo d’affari no". E, intervenendo dal palco di Palermo, arriva addirittur a giustificare il voto di scambio: "In Sicilia siete sempre stati un bacino di voti da Andreotti a Lima, fino ai 61 seggi a 0 in favore di Berlusconi. Ma vi capisco maledetti: io lo metterei all’asta il voto anche per 92 euro da scaricare sulle tasse. Prima eravate interessanti perchè c’era lo scambio del voto con il lavoro ma ormai il lavoro non c’è più...".

La risposta del governatore Rosario Crocetta non si è fatta attendere. "Grillo è un millantatore, un emerito ignorante, uno xenofobo, omofobo e filomafioso che cerca i voti di Cosa nostra e che vuole consegnare la Sicilia ai vecchi gruppi di potere", ha detto il presidente della Regione Siciliana. Che poi ha aggiunto: "La mafia non ha mai avuto una condotta morale. Cosa nostra ha sterminato bambini anche nel passato e la novità degli intrecci con gli affari è solo una stupidità storica di chi non conosce la mafia. Invece di parlare della mafia Grillo torni a fare i suoi show. Non si avventuri su questo terreno. Quando uno parla della mafia con la disinvoltura con cui lo fa Grillo, dicendo che bisogna quotarla in borsa, questi affari se li vada a fare a Genova.

538em;">Grillo pensa che possa sostituirsi nel consenso, così come al Nord fa con la Lega, al Sud lo fa con l’arretratezza e la conservazione mafiosa".

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