
Una detenzione breve, ma non brevissima. E un volo di rientro che forse, per un perfido paradosso, verrà pagato dall'odiato governo Netanyahu. Dal porto di Ashdod gli attivisti italiani, quarantasei, vengono portati nella prigione di Beer Sheva. Lo stesso percorso seguito dai quattrocento componenti della Flotilla, fermati dalle autorità israeliane nella notte al largo di Gaza. "Domattina - spiega Antonio Tajani in Parlamento - la nostra ambasciata effettuerà le visite consolari. Già cinque funzionari si recheranno a Beer Sheva e ripeteranno la visita domenica mattina, perché sabato è Shabbat". "Arresto lecito perché il blocco navale è considerato legittimo", taglia contro il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Già ieri, festività dello Yom Kippur, tutte le operazioni sono state rallentate, perché di fatto Israele si è fermato. Ora le modalità di uscita e ritorno a casa dipendono da diversi fattori, e fra questi dall'atteggiamento adottato dai volontari: chi firma, e in sostanza ammette la propria colpevolezza, viene espulso subito, o quasi e si paga il biglietto dell'aereo; gli altri, che si considerano vittime di un sopruso perché le imbarcazioni sono state abbordate in acque internazionali, affronteranno un'udienza davanti a una Commissione e faranno sentire le loro ragioni. Poi saranno pure espulsi, ma passeranno alcuni giorni. Questo sulla carta, perché Israele vuole chiudere la partita entro l'inizio della prossima settimana. E si dà per scontato che tutti o quasi si rifiuteranno di sottoscrivere la dichiarazione che vorrebbe Gerusalemme. E qui si pone una questione, pratica o se si vuole politica: chi paga i voli di rientro dei pro Pal?
Alla Farnesina escludono di tirare fuori i soldi dei contribuenti e a questo punto l'ipotesi più probabile è che a staccare l'assegno sia il vituperato governo Netanyahu. "Gli italiani - spiega il senatore Gian Marco Centinaio della Lega - non possono pagare il biglietto di ritorno ai crocieristi della Flotilla, né i disagi di uno sciopero a sostegno delle loro provocazioni, e i danni causati da manifestazioni violente".
Fra i quarantasei, ci sono parlamentari, giornalisti, militanti. Citando in ordine sparso, ecco il presidente di Arci Milano Maso Notarianni, Saverio Tommasi di Fanpage.it, Alessandro Mantovani del Fatto Quotidiano, l'eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, il senatore 5 Stelle Marco Croatti, e poi il deputato Arturo Scotto e l'europarlamentare Annalisa Corrado del Pd. Con loro, il decano della spedizione, Roberto Ventrella, orafo napoletano di 86 anni, residente in Svizzera, che si è allenato e preparato per sostenere la traversata e si è imbarcato sulla Mango. "L'europarlamentare Scuderi e il senatore Croatti - spiega Tajani - che erano a bordo della Morgana, sono stati fra i primi ad essere trasferiti ad Ashdod". Da lì è probabile che come tutti gli altri siano stati portati a Beer Sheva.
Il ministro degli Esteri ipotizza anche un calendario delle partenze: "I fermati verrebbero trasferiti lunedì 6 o martedì 7 all'aeroporto Ben Gurion e con due voli charter verrebbero trasferiti in due capitali europee".
Non a Roma, a quanto si capisce, ma a Madrid e Londra. E però il titolare della Farnesina usa il condizionale perché la vicenda è in continua evoluzione. Ma sarà probabilmente il governo israeliano a farsi carico dei costi dell'operazione. "Potrebbe pure pagare il governo israeliano", sottolinea il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè.
Per Tajani invece "la Karma, con Scotto e la Corrado, si è staccata dalla Flotilla ed è stata autorizzata a sbarcare ad
Ashdod". Lungo la giornata si accavallano versioni contrastanti, ma Tajani conferma: "Stiamo cercando di fargli avere un'altra autorizzazione per sbarcare gli alimenti e partire con i due onorevoli per Cipro e la Grecia".