I cani scovano tracce di Sara nel lago. E in ospedale gli ispettori ministeriali

Indagano sulle condizioni difficili denunciate dalle dottoresse

I cani scovano tracce di Sara nel lago. E in ospedale gli ispettori ministeriali

Le acque del lago di Santa Giustina sono buie e profonde. Eppure i cani molecolari hanno fiutato qualcosa, un corpo. Là sotto, probabilmente incastrato tra la melma e i detriti che il Noce trascina con sé scendendo dalla trentina val di Non, c'è un cadavere. Prima o poi i sub riusciranno a riportarlo a galla e dargli un nome.

Potrebbe essere quello della ginecologa forlivese di 32 anni di cui non si sa più nulla dal 4 marzo subito dopo il trasferimento dall'ospedale Santa Chiara di Trento, da ieri al centro delle ispezioni del ministero della Salute, a quello di Cles da cui si era dimessa 24 ore prima della sparizione.

Le ricerche di Sara, dunque, non si fermano. Così come non si placano le preoccupazioni della sanità trentina che per la prima volta in assoluto, come ricorda il presidente dell'ordine dei medici Marco Ioppi, vede la propria autonomia passata sotto la lente d'ingrandimento del governo centrale.

Gli ispettori inviati dal ministro Roberto Speranza, sollecitato a intervenire a suon di interrogazioni trasversali, dovranno infatti mettere insieme i tasselli di un puzzle vero e proprio. Da una parte ci sono le presunte condizioni ambientali difficili del reparto di ginecologia e ostetricia del Santa Chiara, che avrebbero portato negli anni a decine di dimissioni e rinunce da parte di professionisti sanitari, dall'altra una «sottovalutazione della verità che gridava da anni» come sostiene il consigliere provinciale di Fratelli d'Italia, Claudio Cia.

Verità reclamate anche dai gruppi delle minoranze che hanno chiesto unanimi un consiglio provinciale urgente, con l'assessora alla sanità Stefania Segnana chiamata a riferire in aula. E poi ci sono le altre indagini in corso: quella della commissione d'inchiesta interna avviata dall'azienda sanitaria, rimasta orfana del direttore generale che ha rimesso il mandato nelle mani dell'assessorato di competenza per la delibera di conferma del primariato proprio della ginecologia non tempestivamente comunicata alla giunta autonoma, e quella della procura che, alla luce delle testimonianze spontanee raccolte dal legale della famiglia Pedri, sta verificando la sussistenza o meno di ipotesi di reato. Ci sono cinque colleghe di Sara che hanno denunciato, attraverso i loro legali, le condizioni di lavoro difficili in cui sono costrette a lavorare e quella «incompatibilità ambientale» con il primario del loro reparto.

Infine ci sono le audizioni avviate dall'ordine dei medici per capire, come precisa il presidente Ioppi «se nel reparto in questione si siano verificati eventuali comportamenti in contrasto con la giustizia

deontologica».

Nell'attesa delle prime valutazioni delle inchieste, il primario della ginecologia e ostetricia è tornato al lavoro dopo un periodo di ferie concordate.il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti per un confronto.

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