"I cattivi maestri alimentano la violenza. E l'ostilità è una costante della sinistra"

Il questore Paolo Trancassini alla Camera: "Fermare la spirale sui social"

"I cattivi maestri alimentano la violenza. E l'ostilità è una costante della sinistra"
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"Nulla può giustificare un omicidio tanto più se si tratta di qualcuno che la pensa in maniera diversa da me". Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d'Italia e questore della Camera, interviene sul clima d'odio politico degli ultimi giorni.

Secondo lei, dunque, per la sinistra, esistono morti di serie A e morti di serie B?

"I ma anche che hanno accompagnato l'uccisione di Charlie Kirk fanno accapponare la pelle. E sono proprio i ma anche che generano la violenza perché non si sa mai dove si va a finire quando si strizza l'occhio a determinati comportamenti. Anche in Italia, c'è stata un'epoca storica in cui i cattivi maestri' stavano nelle università o firmavano manifesti per decidere chi poteva parlare e chi no. Questa spirale andrebbe fermata anche perché oggi c'è l'effetto moltiplicatore dei social che amplifica certi atteggiamenti violenti".

Esiste questo clima d'odio anche in Italia?

"L'odio politico nei confronti della Meloni è una costante della sinistra. Stiamo assistendo a un'escalation e l'ultimo episodio riguardante la figlia della premier è significativo. La sinistra non se ne rende conto perché è abituata a dare le patenti e a decidere chi può parlare e chi no. L'avvento della Meloni che è una donna di destra, che ha una statura nazionale e mondiale, mina alla radice questo concetto: non c'è bisogno della patente della sinistra e del Pd per parlare ed essere protagonisti".

Come e quando nasce questo risentimento così forte verso il governo?

"Nel 2022 c'era un disegno ben preciso: votare a settembre nella speranza che il centrodestra andasse subito in crisi subito dopo la finanziaria così da avere poi un governo tecnico. L'incapacità al confronto politico è la prima causa di questo clima d'odio. Subito dopo c'è la presunzione di avere sempre la verità in tasca. Basti pensare a quando Fausto Bertinotti, intervistato sulle dichiarazioni della Meloni sul Manifesto di Ventotene, disse: Se io fossi stato presente, le avrei tirato un libro. E poi aggiunse: Lo dico io che sono un pacifista. Questo vuol dire che nella testa di un leader storico della sinistra comunista la non-violenza incontra un limite: la tua esternazione".

Crede, come il ministro Ciriani che stiamo tornando al clima da anni Settanta?

"Se per un non-violento come Bertinotti tirare un libro è un atto dovuto è chiaro che poi i giovani di sinistra si sentono legittimati a impedire agli studenti di destra di fare volantinaggio nelle università.

Ha ragione Ciriani perché la sinistra era abituata e viziata a dare patenti di democrazia, ora si trova in difficoltà e reagisce in maniera scomposta. Il flemmatico Prodi è arrivato persino a tirare i capelli a una giornalista".

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