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I clandestini invadono l'Italia ma gli altri Paesi li cacciano

Mentre sulle nostre coste arrivano ogni giorno migliaia di profughi, i partner europei respingono fino all'83% delle richieste di asilo. Noi invece ne accogliamo più di tutti

L'Austria rispedisce in Italia 48 clandestini: una notizia inversamente proporzionale al numero dei respinti. Una cinquantina di profughi bloccati al Brennero non sono nulla di fronte alle migliaia di disperati che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste mediterranee. Ma il trattamento riservato loro dalla Bundespolizei austriaca è analogo a quello adottato da molti Paesi europei: respingimento. E l'Italia è costretta a riprendersi i non desiderati. L'Austria, infatti, non protegge le persone a rischio, mentre l'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione proibisce all'Italia di espellerle. E poi c'è l'assurda dinamica dei regolamenti di Dublino, che autorizzano a respingere i clandestini nel primo Paese europeo di transito. Così l'Italia è colpita due volte, dagli sbarchi massicci e dai muri eretti dai confinanti.

I partner dell'Ue che ogni due per tre rimproverano l'Italia per i Centri di identificazione sono sepolcri imbiancati. La polizia spagnola spiana le armi, manda gli elicotteri e schiera la Guardia Civil contro i migranti che tentano di superare le recinzioni tra il Marocco e la città enclave di Melilla. Secondo i dati Frontex, questo è il confine terrestre europeo con il maggiore aumento di attraversamenti illegali. Lo stesso pugno di ferro è adottato in Grecia, limite sottile e permeabile tra l'Europa e il Medio Oriente in fiamme. Un rapporto pubblicato dalla Ong tedesca Pro Asyl riferisce che sono migliaia le persone respinte con violenza dalle autorità elleniche, soprattutto rifugiati siriani in cerca di asilo in Europa che devono arrestarsi in Turchia, trattati come pacchi postali.

Meno conosciuto è il palleggiamento dei profughi da un Paese europeo all'altro. Le merci hanno diritto alla libera circolazione, gli «asilanti» no. Francia, Svizzera, Austria e Slovenia non si fanno scrupoli a impedire l'accesso ai clandestini in arrivo dall'Italia. Lo scorso luglio una giovane siriana incinta di 7 mesi, partita da Milano per la Francia con una quarantina di profughi, è stata rimpallata dai francesi agli svizzeri agli italiani nonostante una forte emorragia. Nonostante i soccorsi della polizia di frontiera di Domodossola, ha perso la sua bimba prima del parto. È andata meglio a una nigeriana entrata in travaglio al Brennero, fermata da una pattuglia «trilaterale» italo-austro-tedesca e costretta a partorire all'ospedale di Vipiteno.

In giugno gruppi di attivisti e clandestini hanno organizzato la mobilitazione No borders train per violare le frontiere e denunciare «l'ipocrisia di confine». In marzo la stampa francese ha raccontato la mobilitazione di un centinaio di poliziotti di frontiera mandati a fermare 85 siriani, di cui 41 minori, che cercavano di raggiungere il Nord Europa. Per i profughi con meno soldi la scelta del treno è obbligata ma rischiosissima perché i gendarmi d'Oltralpe sono rigorosi: salgono con i cani e tirano giù dalle cuccette i viaggiatori. Per evitare i controlli doganali bisogna pagare un passaggio in auto o su un furgone.

Il nuovo «muro» è quello del Brennero, il corridoio a 2.000 chilometri da Lampedusa che spalanca ai disperati le porte dell'Europa centrale. Sono migliaia ogni anno i clandestini bloccati dalle autorità austriache sui treni dopo che la Polfer ha chiuso un occhio, o tutti e due. Dal 2013 il governo di Vienna ha aumentato da 3 a 5 i turni giornalieri di guardia al confine. «Registriamo un notevole aumento di profughi che entrano dall'Italia senza documenti - ha detto Peter Gantolier, della polizia di Innsbruck, responsabile dei controlli Schengen sui treni -. Visto che non intendono chiedere asilo politico in Austria, vengono consegnati alle autorità italiane». L'Austria si permette di selezionare all'origine chi vuole restare e chi no: il doppiopesismo regna sovrano in Europa.

Del resto, nell'Ue ognuno fa come gli pare anche nelle richieste di asilo. L'Italia, che nel 2013 ha accolto il 64 per cento delle oltre 25mila istanze (dati Eurostat), è il Paese di manica più larga. I 28 hanno respinto 213.415 delle 326.125 richieste presentate: oltre il 65 per cento. La Germania, nazione più gettonata, ha accolto un richiedente asilo su 4, la Francia uno su 6 (ne respinge 83 su 100), Belgio e Austria uno su 3.

La Grecia è ultima anche in questa graduatoria: appena uno su 25.

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